Con due fratelli così, non poteva che finire con una sciabola in mano. Cognomi diversi, ma stesso sangue. Luca Curatoli è nato in una famiglia dove si respirava scherma, cresciuto accanto a Raffaello e Leonardo Caserta, allenato da quest’ultimo, maturato nel settore giovanile più florido del mondo, e in una regione dove la sciabola è qualcosa di molto simile a un patrimonio collettivo. Campano, come anche Diego Occhiuzzi e Gigi Tarantino, sogna di ripercorrere la loro straordinaria carriera. Ed è sulla buona strada.
La stagione era partita così così, poi un quinto posto e soprattutto due vittorie consecutive. Possiamo aspettarci una tua rimonta?
Ero partito con la sicurezza di essere tra i più forti e questo mi ha portato ad aver timore ed ansie. Ma, dal quinto posto in poi, ho assunto molta sicurezza in me stesso fino ad arrivare alle due vittorie dove mi sentivo benissimo fisicamente e mentalmente. Spero di continuare con questa striscia positiva fino alle gare che contano seriamente!!!
Questo è il tuo ultimo anno tra gli under 20. Quello passato le cose non sono andate come speravi a Europei e Mondiali di categoria. Che obiettivo ti sei dato per quest’anno?
L’anno scorso ho affrontato queste due gare non con il giusto approccio, ero molto teso e tra le altre cose venivo da un infortunio. Quest’anno spero che le cose vadano diversamente e voglio arrivare al mondiale al 100%.
Tu, Francesco D’Armiento, Leonardo Affede. Mettiamoci anche Enrico Berrè, che è già tra gli assoluti ma molto giovane. Sembra che il futuro della sciabola possa parlare italiano.
Sicuramente già lo fa, ma potrà fare ancora meglio in futuro. Siamo un ottimo gruppo e possiamo fare paura anche alle squadre più fort.
Quali sono le persone e gli episodi che ti hanno permesso di crescere come sciabolatore?
Da piccolo ho provato molti sport, ma dentro di me sapevo che solo uno avrebbe potuto catturarmi, spinto da i miei fratelli Raffaello e Leonardo Caserta, ed effettivamente alla fine è stata una scelta più che giusta. Per tutti gli obbiettivi raggiunti devo dare molto merito ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto e al mio maestro Leonardo, che con pazienza mi ha sempre aiutato anche nei momenti più difficili.
Sulla tua pagina Facebook, in copertina, campeggia un fotomontaggio in cui il tuo volto è attaccato a quello di Leonardo Affede, mentre quello di Francesco D’Armiento a quello di Alessandro Riccardi. Divisi solo dalla lama di una sciabola. Che atmosfera c’è nella squadra?
Prima di essere atleti e rivali siamo grandi amici. Spesso ci sentiamo anche al di fuori dell’ambito delle gare. Purtroppo questa stagione ha visto fuori Alessandro a causa di un infortunio, e speriamo tutti noi che si possa riprendere per il Mondiale, anche se molti giovani spingono da dietro per conquistarsi un posto.
Anche se sei giovanissimo ti sei già affacciato tra gli assoluti e hai disputato qualche gara di Coppa a squadre. Pensi di poter trovare spazio anche quest’anno?
Sì, l’anno scorso ho fatto quasi tutto il circuito di Coppa assoluta portando a casa anche qualche bel risultato. Ho anche partecipato con la squadra al Trofeo Luxardo, dove abbiamo vinto. Spero anche quest’anno di fare bei risultati anche nella categoria massim.
A Rio ci pensi o è ancora troppo presto per un’Olimpiade?
sicuramente Rio è un sogno, ma non ci penso. Molto probabilmente si qualificheranno solo due persone e c’è una piccola possibilità per tutti. Ma perché non sognare?
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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