Sofya Velikaya rilancia la sfida e punta a Parigi 2024. Lo ha detto la stessa fuoriclasse russa in una conferenza stampa tenuta ieri per celebrare le vittorie della scherma ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, dove Velikaya ha conquistato l’argento individuale e l’oro a squadre.
“La mia famiglia, i miei amici, i miei fan mi hanno ispirato” ha detto la due volte campionessa del Mondo “mi hanno convinto che è troppo presto per finire e dobbiamo continuare a deliziarli con la mia scherma. La motivazione? Regalare ancora bei momenti a tutti gli amanti dello sport”.
Classe 1985, Sofya Velikaya potrebbe disputare in Francia la sua quinta Olimpiade e dare nuovamente l’assalto all‘oro individuale sin qui sempre sfuggitole. Per lei, infatti, sono arrivati tre argenti in altrettante finali disputate fra Londra, Rio e appunto Tokyo. A controbilanciare, i due ori a squadre che portano a cinque il totale delle sue medaglie Olimpiche.
Sempre durante la stessa conferenza stampa, la fresca bi-campionessa Olimpica Sofya Podzniakova ha annunciato l’intenzione di volersi prendere una piccola pausa dalle gare per farsi però trovare pronta quando inizierà il cammino di qualificazione verso Parigi. Secondo Dmitry Shevchenko, responsabile della squadra di fioretto femminile anch’esso presente alla conferenza stampa, lo stesso potrebbe fare Inna Deriglazova.
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Foto Federazione Russa Scherma/Facebook
Sei Mondiali, dieci Europei, quarantatré vittorie in Coppa del Mondo. Zero ori olimpici individuali. Rileggere i palmares di Olga Kharlan e Sofya Velikaya, a poche ore dall’ennesimo assalto a Cinque Cerchi andato a vuoto, fa particolarmente impressione. Ed è chiaro che quella cifra, quella geometricamente più tonda di tutte, stoni in mezzo a tutta quella gioielleria. Regine senza corona, così le vediamo adesso, ed è difficile capire se sia più il dolore di Olga per un’eliminazione al primo assalto di giornata inopinata e impronosticabile o quello di Sofya per la terza finale consecutiva persa, da Londra a Tokyo, passando per Rio.
È qualcosa di semplicemente inspiegabile, con i grandi numeri o tutti i bei discorsi sulla pressione. Di vedere la Kharlan crollare così contro un’avversaria certamente inferiore e di assistere a un altro derby perso dalla Velikaya, non ce l’aspettavamo proprio. Avremmo piuttosto scommesso su una finale tra loro due, correttamente posizionate agli estremi opposti di un tabellone olimpico che si aspettava solo la più attesa delle finali.
Imperscrutabili sono le vie della scherma, che fa giri tortuosi per scrivere la sua storia, che non è necessariamente quella che noi poveri scribacchini siamo già convinti di dover raccontare.
E allora si aprono le questioni, i soliti discorsi, se Kharlan e Velikaya possano dirsi le più grandi di sempre della loro giovane specialità pur contando due titoli olimpici meno di Mariel Zagunis, uno in meno di Kim Ji-yeon, Yana Egorian, Sofia Pozdnyakova. Domanda leziosa, ad avviso di chi scrive, perché non c’è dubbio che la discussione non possa che tendere verso loro due.
Leggiamo, non senza apprensione, un post in cui la Kharlan si dice stanca, desiderosa di riposo, bisognosa di immaginare la sua vita senza una sciabola. Speriamo di interpretarlo male, perché l’ultima cosa che desideriamo e di vederla smettere così, a 30 anni, con l’orizzonte di un’altra Olimpiade tra tre. E ci piace immaginare che a Parigi, alle soglie dei 40 anni, ci possa essere anche la Velikaya, per un ultimo assalto, che magari sia un confronto diretto.
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Ognuno si scelga pure la preferita, ma non provate a sostenere che ne è esistita, finora, una migliore. Sarebbe una visione miope, falsata dall’abbaglio dell’oro di Olimpia, senza il quale, per quanto strano, si può comunque essere leggenda.
Twitter: GabrieleLippi1
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Foto: Augusto Bizzi
Sofya Velikaya è stata scelta, assieme al giocatore di pallamano Maxim Mikhailov, per fare la portabandiera della delegazione di atleti russi in gara, sotto la bandiera del CIO dopo la squalifica della Russia, ai prossimi Giochi di Tokyo. La fuoriclasse della sciabola femminile, due volte campionessa del Mondo individuale e oro a squadre a Rio 2016, sfilerà quindi in testa alla squadra russa durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo 2020 prevista per oggi alle 13 italiane.
“Sono estremamente felice” ha raccontato Sofya Velikaya alla stampa “ci sarà qualcosa da raccontare ai bambini. Ci sono molti candidati meritevoli nel nostro team. Sono contenta di avere avuto tale opportunità”.
La sciabolatrice di Alma Ata è fra le più attese protagoniste della prova individuale in programma il 26 luglio. Per lei, due volte medaglia d’argento fra Londra e Rio, un nuovo tentativo per sfatare il tabù dell’oro individuale. La russa non è l’unica schermitrice portabandiera a Tokyo: l’ungheria ha infatti scelto Aida Mohamed mentre la Tunisa ha designato Ines Boubakri.
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Foto: Augusto Bizzi
Cosa prova un’atleta prima, durante e dopo un match che vale una medaglia d’oro ai Mondiali? A spiegarcelo, in questo video editato dalla FIE, è una quattro volte campionessa del Mondo di sciabola femminile, Olga Kharlan, che torna indietro al luglio 2019 e alla finale contro Sofya Velikaya che le ha fruttato appunto il quarto sigillo iridato.
Le emozioni, le decisioni da prendere nei momenti clou dell’assalto, ma anche parole di stima e rispetto per un’avversaria di mille battaglie e assieme alla quale da vita a un entusiasmante duello che, sommando il bottino delle due zarine, recita novanta podi in Coppa del Mondo, sei titoli Mondiali e molto altro ancora.
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Foto Bizzi