La rabbia di Diego Occhiuzzi: «Si devono riaprire le palestre o per i ragazzi non c’è futuro»

L’argento di Londra 2012 fa sentire la propria voce in un’intervista concessa a “Il Mattino” e invoca la riapertura, in sicurezza, di palestre e impianti sportivi. In ballo il futuro di tanti ragazzi, reso ancora più incerto dalla pandemia.

 

«Riaprite le palestre o per molti ragazzi non c’è futuro!»: l’allarme arriva direttamente dalla voce di una medaglia d’argento Olimpica, Diego Occhiuzzi. Lo sport, in questo periodo buio di pandemia, è finito forse con troppa superficialità nel grande calderone delle cose ritenuti non essenziali e di conseguenza palestre e centri sportivi sono o chiusi oppure lavorano fra mille restrizioni.

Una situazione che rischia di avere un impatto devastante, soprattutto per la fascia di popolazione più giovane. Ed è proprio questo l’allarme lanciato dall’ex sciabolatore della Nazionale in un’intervista concessa all’edizione odierna de “Il Mattino” in cui invita senza mezze misuri a riflettere sulla necessità di riaprire le palestre: «Ci sono centinaia di bambini a casa e i genitori che ci chiamano in continuazione per dire che la mancanza di attività in palestra sta cambiando i loro ragazzi. Più isolati, più taciturni».

C’è tanta rabbia nelle parole dell’ex campione azzurro, che da qualche anno grazie alla sua associazione Milleculure porta avanti l’inserimento sportivo di tanti bambini e giovanissimi. Ma c’è soprattutto la preoccupazione per il futuro di queste generazioni, costrette a restare in casa e senza nemmeno la possibilità di frequentare scuole e centri sportivi, due pilastri fondamentali per la crescita di una persona: «In Paesi dove pure il lockdown è stato durissimo, si è trovato il modo di far andare i ragazzi a scuola. Noi rischiamo di avere un deficit generazionale perché non ci siamo presi cura dei ragazzi». Parole che arrivano a poca distanza temporale da quelle del Prof. Stefano Vicari, ordinario di neuropsichiatria infantile presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, che in un’intervista concessa a “L’Espresso” ha parlato dell’allarmante crescita di casi di autolesionismo e di tentati suicidi fra le fasce d’età più giovani, le cui cause sarebbero da ricercare, fra le altre,  proprio nella chiusura di scuole e centri sportivi.

All’allarme per il futuro di tanti ragazzi, si unisce anche l’amarezza (eufemismo) per la scarsa considerazione di cui godono tutti quegli sport che, per indotto, non hanno possibilità di rivaleggiare con il calcio ma che danno comunque sostentamento a tante persone: «È vergognoso. In Italia conta solo il calcio perché c’è un ritorno economico molto importante» ha detto imbufalito Diego Occhiuzzi «Una cosa indegna perché siamo noi che formiamo i campioni, siamo noi che insegniamo i valori, la disciplina, le regole e sa quando ci viene riconosciuto? Ogni quattro anni in occasione delle Olimpiadi. Paroloni grossi a cui non seguono i fatti».

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Foto Bizzi