Il Maestro consiglia: “L’Uragano nero”

Per gli appassionati di rugby Jonah Lomu è stato molto più che un giocatore, ma un vero e proprio Mito. “L’uragano nero” di Marco Pastonesi è il suggerimento letterario della settimana per la rubrica “Il Maestro Consiglia”

 

L’uragano è sconvolgente, distruttivo, devastante, disintegrante, annichilente.

La vita di Jonah Lomu è riassumibile nel bene e nel male con la stessa parola sopracitata. La spensieratezza disarmante di un giovane uomo, l’energia che produceva e faceva muovere il mondo intorno a lui, il sorriso mai scomparso negli anni nonostante le difficoltà e le situazioni impronosticabili che si sono parate davanti, la montagna da scalare per la quale non esistevano appigli giusti o materiali tecnici adeguati da indossare.

Questo è stato il numero 11. Un uragano.

Il consiglio della settimana

Descrivere una catastrofe naturale, terribile nella sua distruzione, meravigliosa nel suo svolgimento artistico, è davvero complicato. Trasmutare tale evento da naturale a umano, appare ancora più complicato. Marco Pastonesi ha dato vita a un perfetto riassunto della vita di Lomu, spingendo sul soprannome di uragano dato a uno dei più forti giocatori di rugby della storia.

Nel suo “L’Uragano nero”, Pastonesi descrive i momenti topici della carriera di Lomu, partendo dal primo sguardo d’amore con l’ovale e arrivando alla sua morte. L’importanza della famiglia, la professionalità che ha permesso al neozelandese di vincere e portare sulle spalle una nazione che già era grande di suo, la semplicità del suo mito.

Lomu è stata santificato ancora prima che arrivasse la sua ora, beatificato sin dalla nascita. Tranne che per quella malattia che l’ha maledetto, senza privarlo però del suo dono. Perlomeno non prima di aver lasciato un segno talmente indelebile che neanche il tempo potrà sgretolare. Perchè nonostante non abbia mai vinto la coppa del mondo, nonostante l’arresto cardiaco abbia fermato il suo cuore, le sue giocate fanno ancora palpitare quello dei suoi conterranei. E di tutti gli appassionati di rugby.

Come un urgano, il numero 11 degli All Blacks è arrivato senza preavviso, ha manifestato tutta la sua potenza, ha distrutto chi provava a rallentarlo, detronizzato chi credeva di poterlo ingabbiare. E alla fine, si è spento lasciando quello spiraglio di luce e meraviglia che solo la natura si pensava potesse regalare.

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