Prima di trionfare a Milano, Marie Florence Candassamy aveva collezionato tanti piazzamenti ma non era mai riuscita a vincere. Lo ha fatto nell’occasione più importante, riportando in Francia il titolo di spada femminile dopo 13 anni.
Prima di centrare il suo primo successo in una prova di Coppa del Mondo di slalom speciale sulle nevi americane di Killington, la sciatrice svizzera Wendy Holdener vantava il poco invidiabile record di 29 piazzamenti sul podio senza però aver mai provato la gioia di guardare tutte dal gradino più alto. Una vera e propria maledizione quella che sembrava attanagliare la ragazza di Unteriberg fra i pali stretti, non aiutata nemmeno dal fatto di doversi muovere in terreno diventata riserva di caccia (quasi) esclusiva di una certa Mikaela Shiffrin. Ecco perché quel 27 novembre 2022 è stato per Wendy la fine di un tabù che stava rischiando di oscurare statistiche comunque di valore assoluto. La personale Killington di Marie Florence Candassamy, professione spadista e anche lei in possesso di una letteratura suo malgrado vasta di quasi vittorie, ha l’aspetto meno suggestivo del palazzone che una volta ospitava la Fiera Campionaria di Milano.
È qui che Marie-Flo, come è chiamata dalle compagne di squadra saltate in pedana a festeggiarla non appena messa la botta che l’ha incoronata campionessa del Mondo, ha costruito la gara perfetta per scacciare una volta per tutte quelle streghe che ogni volta le erano apparse sul più bello. Due volte medaglia d’argento agli Europei, altrettanti secondi posti nelle prove Grand Prix più ulteriori tre in prove di Coppa del Mondo “tradizionali”. L’ultimo? Lo scorso novembre, a Tallinn, quando a imporsi fu (ironia della sorte) Alberta Santuccio. La catanese, fenomenale per tutta la giornata, non è riuscita a ripetere il risultato sulle pedane di Milano, malgrado la spinta di un pubblico caldissimo e il tifo speciale del conterraneo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con la sua presenza ha impreziosito la giornata inaugurale della rassegna iridata con vista su Parigi 2024. Dall’altra parte del rullo Alberta, che durante la giornata aveva dapprima piegato Nathalie Moellhausen al termine di un braccio di ferro da batticuore quindi annullato sul 15-5 la fresca campionessa Europea Alexandra Louis Marie, ha trovato un’atleta che aveva fiutato la possibilità di fare la Storia.
Quella con la S maiuscola, perché il titolo individuale nella spada femminile non era affare di una francese dal lontano 2010, quando a imporsi a Parigi fu Maureen Nisima. Tredici lunghi anni prima della fine del digiuno decretato in pomeriggio di luglio da una ragazza che non poteva scegliere palcoscenico migliore per spezzare il suo personalissimo tabù. Costruendo il proprio successo in un tabellone ad altissimo coefficiente di difficoltà, fra vittorie con il brivido alla morte subite e avversarie tutt’altro che morbide incrociate lungo il cammino. Dal primo all’ultimo assalto, fino a quelle lacrime mai così dolci che hanno irrigato il suo volto dopo aver messo l’ultima, questa volta benedetta, stoccata.
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Foto Eva Pavia/Bizzi Team