Perché per l’Italia della spada femminile quella di Legnano non è stata una gara da buttare

Il quinto posto nella prova a squadre di spada femminile a Legnano, se da una parte lascia le Azzurre con l’amaro in bocca dall’altra regala a ct Dario Chiadò spunti positivi da cui ripartire.

 

Non la gara sognata alla vigilia, alla prima da vicecampionesse del Mondo, ma alla fine un quinto posto indolore a guardare l’obiettivo principale, ovvero la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi. L’Italia della spada femminile saluta Legnano con sensazioni contrastanti, ma dopo che sull’edizione numero 43 del “Trofeo Carroccio” è calato definitivamente il sipario, nelle parole e nelle facce di ragazze e staff tecnico a fine giornata quello che prevale è un senso di bicchiere (ben più che) mezzo pieno. Se infatti, analogamente a quanto accaduto nella prova individuale di sabato, le pedane del PalaBorsani si sono rivelate ancora stregate per i colori italiani per quanto riguarda la lotta al podio, dall’altra i motivi per rendere meno amara la giornata dedicata alla prova per quartetti di certo non mancano. Quello imposto ai quarti di finale dall’imprendibile Ucraina, capace poi di spingersi fino al gradino più alto del podio dopo aver regolato in finale le coreane, è stato l’unico stop di giornata per il quartetto medaglia d’argento lo scorso luglio a Milano.

Le ucraine, avversarie rognose come poche soprattutto quando riescono a “impacchettare” l’avversaria di turno portandola nel loro terreno schermistico preferito, sono state molto brave a capitalizzare al meglio l’avvio di match, costruendo nelle prime tre frazioni il margine di sette/otto stoccate che le azzurre non sono poi riuscite a recuperare. Ma le “dolenti note” – se così vogliamo chiamarle – per le ragazze di Chiadò di fatto si esauriscono qui. Uscite dalla lotta per le prime quattro posizioni, Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Rossella Fiamingo e Federica Isola hanno saputo fare subito reset per prendersi il miglior piazzamento possibile battendo con autorevolezza dapprima la rimaneggiata ma pur sempre temibile Francia (priva di Candassamy e Louis-Marie, sostituite da Nabeth e Luty) quindi la Cina dell’Olimpionica Sun Yiwen. La miglior controprova della compattezza e della sicurezza nei propri mezzi che contraddistinguono questa squadra, che non per niente nelle ultime stagioni è stata capace di mettere in cascina un bronzo Olimpico, due argenti Mondiali oltre a un argento e un bronzo a livello continentale. E che ora marcia a grandi passi verso la qualificazione a Parigi con l’obiettivo di trasformare l’ipoteca in ufficialità quanto prima possibile per poi poter preparare al meglio un appuntamento che solo apparentemente è lontano all’orizzonte.

«Ovviamente io sono contento solo quando si arriva primo» ha commentato a caldo Dario Chiadò analizzando ai microfoni di Pianeta Scherma la prova di oggi delle sue ragazze «ma tutto sommato oggi è stata una giornata positiva. Diciamo che questa è la gara che scartiamo, visto che è stata la nostra peggior gara da un buon tempo a questa parte. Con l’Ucraina non tiravamo da tanto e per quanto ti possa preparare guardando video e facendo le analisi dei match, il confronto in pedana è tutt’altra cosa. Noi ci siamo fatte un po’ sorprendere ma loro sono state davvero brave e non è un caso che sono arrivate fino in fondo». La solidità in chiusura di Rossella Fiamingo – con la siciliana che in un paio di occasioni ha risolto alla grande situazioni potenzialmente complicate, in particolare contro Canada e Francia – la costanza di Alberta Santuccio, i piccoli segnali di ripresa di Federica Isola pur in un momento per lei abbastanza complicato. Senza ovviamente dimenticare Mara Navarria a completare un quartetto che schiera due campionesse del Mondo, una vicecampionessa iridata e una medaglia d’oro iridata Under 20. Come si dice di questi tempi, tanta roba.

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Foto Andrea Alegni/Bizzi Team

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