Cuomo: «La troppa emozione mi ha tradito»

Valerio Cuomo commenta a Pianeta Scherma la medaglia d’argento nella spada maschile ai Mondiali di Bourges.

«Contro il russo Bruev ho sbagliato l’inizio, ho impostato male l’assalto. Se potessi tornare indietro saprei perfettamente cosa cambiare, non ho dubbi, poteva essere tutto diverso. Credo che non smetterò mai di pensarci, forse era solo troppa l’emozione. Tutte le persone più strette, per consolarmi, mi han detto che forse è stato meglio così, avrò ancora qualcosa da conquistare. Ma io non dimenticherò mai questa esperienza!». Esistesse davvero la macchina del tempo, Valerio Cuomo ci salirebbe al volo e tornerebbe indietro di tre giorni per poter avere di nuovo la chance di affrontare Bruev e batterlo nella finale Mondiale. Non riesce a darsi pace, lo spadista partenopeo, per quell’oro sfumato proprio sul più bello, anche se alla fine a prevalere è la soddisfazione per una gara meravigliosa messa in pedana al primo anno fra i Giovani.

«Per me il mondiale è sempre stato l’obiettivo principale» ci racconta «tutte le gare dell’anno sono finalizzate ad esso. Non ho voluto pretendere un buon risultato, avevo solo voglia di dare il più possibile; sono solo al primo anno fra i Giovani, non mi farebbe bene puntare troppo in alto». Qualche tensione per lui alla vigilia della gara, soprattutto dopo l’ottimo risultato ottenuto un mese fa Novi Sad: «Un po’ sentivo il peso della medaglia che ho raggiunto agli Europei, avevo paura che questo mi condizionasse. Ma Guido (Marzari, Maestro di staff, ndr) ha saputo ripetermi più volte che non dovevo dare peso proprio a nulla, che meritavo di essere lì, e che da quella gara avevo solo da guadagnare. Questo discorso mi ha convinto, anche se – perlomeno all’inizio – il timore di non fare bella figura un po’ mi è rimasto».  Fondamentali, poi, le parole del suo Maestro, Carmine Carpenito, che più che a puntare al risultato lo ha invitato soprattutto a divertirsi: «Carmine Carpenito, che non ha potuto raggiungermi a Bourges, mi ha scritto testuali parole: “Libero vali… solo libertà deve essere la parola chiave… Voglio che torni dal mondiale e mi dici:”mi sono divertito un mondo!”. Ho pensato a questa cosa addirittura più del dovuto, per tutta la gara direi. Ma mi ha sicuramente aiutato a superare momenti di panico, di ansia o di preoccupazione».

Quindi, un commento sulla gara, fin da subito incanalatasi sul giusto piede: «Ai gironi non ho perso neanche un assalto, anche non m iaspettavo per nulla di fare 6 vittorie e 0 sconfitte, perdipiù con un’ottima aliquota! Dopo aver visto che sul tabellone delle dirette ero primo, mi sono rilassato: in primis perché ho capito di essere sveglio e in giornata. E poi perché avrei saltato la prima diretta, quindi mi sarei potuto riposare un’ora in più!  Una volta battuto l’americano Yoo per entrare nei 16,  mi sono sentito davvero soddisfatto: sapevo che la gara non finiva certamente lì, ma ero rilassato. Non ho sentito più nessun peso, mi stavo divertendo!»

Con grande lucidità, infine, analizza i punti più difficili e più belli della sua giornata. Fra i primi sicuramente il quarto di finale contro lo svedese Islas Flygare, peraltro già battuto un mese fa Novi Sad: «Se avessi perso un assalto per il podio con un ragazzo che avevo già battuto all’Europeo, non me lo sarei mai perdonato! Sapevo di poter vincere, quindi lì ho dato tutto per puntare di nuovo la medaglia. È stato l’assalto psicologicamente più difficile della gara per me, e l’ho vinto. Quando ho realizzato di esserci riuscito ancora, mi sono sentito finalmente bene, già soddisfatto. Non avrei mai scommesso su un secondo podio di fila, soprattutto perché era il Mondiale». Nessun dubbio anche sul momento più bello della sua giornata: «In semifinale mi aspettava l’ungherse Banyai, per me un mito.  Non mi aspettavo di vincere quell’assalto, ma ero altrettanto certo che non gli avrei reso la vita facile: e invece, sorprendendo tutti  (me compreso), sono riuscito a conquistarmi la finale. Quello per me è stato di certo il momento più bello! Ero arrivato fino in finale, quale occasione migliore  per dare tutto quello che era rimasto?».

Purtroppo la finale ha scritto un’altra storia. E purtroppo non esiste una macchina del tempo che possa riportare indietro Valerio a tre giorni. Ma, stiamone pure certi, di occasioni per il riscatto questo talentuosissimo spadista ne avrà molte da qui ai prossimi anni.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
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