La squadra transalpina conquista ufficialmente il pass per Rio. E ora punta a chiudere da numero 1.
Operazione Rio conclusa per la Francia. Perlomeno nella sua prima parte, ovvero quella della conquista del pass a squadre, che permetterà ai transalpini di poter schierare ben tre rappresentanti nella prova individuale, oltre ovviamente di giocarsi da assoluta favorita la medaglia pesante nella prova per quartetti.
Due piccioni con una fava, quindi, per la corazzata dell’ammiraglio Obry, che da Tallinn torna con la vittoria nella gara a squadre, ma anche e soprattutto con la certezza matematica del biglietto aereo per il Brasile. Non che questo fosse mai stato in dubbio, visto l’impressionante ruolino di marcia messo in pedana dai transalpini che, al netto del flop Mondiale, da quando è cominciato il percorso di qualifica hanno messo assieme tre vittorie (oltre a Tallin, l’oro Europeo di Montreux e il Monal 2015 a Parigi) e un secondo posto a Berna. Ma la vittoria di ieri da al tutto i crismi dell’ufficialità: «Sinceramente alla qualificazione non ci pensavo» ha detto Obry dopo la gara (fonte: L’Equipe) «quello che più mi premeva era ritornare a vincere. Ora siamo anche ufficialmente qualificati, abbiamo punti abbastanza per cui l’ultima delle possibili qualificate non ci può più raggiungere».
Malgrado il risultato raggiunto, però, il ct francese non vuole abbassare la guardia e sedersi sugli allori: «Non vogliamo lasciare nulla. Perché lo scopo nostro è quello di chiudere la stagione da numeri 1 del ranking per avere un tabellone migliore ai Giochi Olimpici. Ciò è molto importante».
Conquistata la qualifica a squadre, ora la palla passa ai singoli atleti che si giocheranno, da qui a fine stagione, i quattro posti per le gare a Cinque Cerchi: la stagione passata ha raccontato che nella squadra transalpina ci sono almeno sette/otto atleti in grado di lottare per la vittoria finale. Dal capofila Gauthier Grumier, passando per Daniel Jerent, Ronan Gustin, Yannick Borel; e, ancora, Alexandre Blaszyk, nonché i collaudati Ivan Trevejo, Jean Michel Luceneay. Senza dimenticarsi di Ulrich Robeiri, ultimamente poco in spolvero ma con un palmares di vittorie che lo precede di svariati chilometri. Una bella lotta, quindi, con la certezza per Obry che – vada come vada – casca sempre in piedi.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma