Bebe Vio: “Ho rischiato l’amputazione del braccio sinistro e la morte, questa medaglia è un miracolo”

Commentando all’inviato de “La Stampa” la sua vittoria nella gara di fioretto femminile, Bebe Vio racconta un retroscena dello scorso aprile e di un’infezione batterica che ha rischiato non solo di compromettere le Paralimpiadi ma di avere conseguenze letali.

 

La grande gioia dopo la grande paura. Ora che la gara di fioretto femminile Categoria B si è chiusa nel migliore dei modi, ovvero con il bis dopo l’oro già vinto a Rio nel 2016, Bebe Vio può lasciarsi andare e raccontare un retroscena risalente allo scorso aprile, quando un’infezione da stafilococco ha rischiato non solo di compromettere il suo cammino verso Tokyo ma conseguenze ben più gravi.

“Lo scorso 1 aprile mi sono dovuta operare e sembrava che questa Paralimpiade non doveva esserci, abbiamo preparato tutto in due mesi, non so come cavolo abbiano fatto il mio fisioterapista Mauro Pierobon e il preparatore atletico delle Fiamme Oro Giuseppe Cerqua a fare questa magia” ha raccontato Bebe all’inviato de La Stampa Alberto Dolfin. Prima di entrare nel dettaglio di quanto accadutole: “Ho avuto un’infezione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane (dell’arto sinistro; ndr) e morte entro poco. Sono felice, hai capito perché ho pianto così tanto?”.

Quindi la dedica speciale a chi le ha permesso di essere lì: “L’ortopedico ha fatto un miracolo, si chiama anche Accetta tra l’altro, ci pensate? È stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro”.

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Foto Bizzi

 

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