Luci e ombre della spedizione italiana ai Mondiali Cadetti e Giovani di Dubai. Per gli azzurri 8 medaglie, belle prestazioni ma anche qualche piccola delusione nel Mondiale della ripartenza.
Com’è andata l’Italia ai Mondiali Cadetti e Giovani di Dubai? Mentre sull’Hamdan Sport Complex si spengono le luci e si smontano le pedane che per nove giorni hanno visto sfidarsi i migliori rappresentanti della scherma che verrà, in casa Italia è tempo di trarre un consuntivo di quanto ha portato in dote la spedizione all’ombra del Burj Khalifa. A partire da una premessa d’obbligo: questa edizione 2022 è stata per l’Italia quella della vera ripartenza, dopo l’annullamento del 2020 e la scelta di non partecipare all’edizione 2021 al Cairo. E se sotto l’aspetto meramente numerico il bilancio rispetto a Torun 2019 è dimezzato (allora furono 18 le medaglie messe a referto), è impossibile però non tenere conto di tanti fattori che hanno influito sul diverso andamento della spedizione.
A Dubai la delegazione azzurra si presentava in veste completamente rinnovata o quasi, con pochissimi elementi di continuità rispetto a quella che sbancò il Mondiale polacco. Tanti debuttanti quindi, che si sono trovati a dover giocare anche contro l’emozione dell’esordio in un contesto così importante peraltro dopo un lunghissimo stop agonistico e una ripresa a singhiozzo dell’attività internazionale. Vero, lo stop per pandemia è un discorso che ha interessato basicamente il Mondo intero, ma da Nazione a Nazione si sono addottati forme e criteri diversi. Senza contare che alcuni dei protagonisti visti in azione a Dubai gareggiano regolarmente nel circuito internazionale a livello assoluto e c’è chi, come la canadese Jessica Guo o l’ungherese Sugar Battai, può già vantare a curriculum un partecipazione ai Giochi Olimpici.
Un secondo punto di cui tenere conto è l’innalzamento del livello qualitativo e quantitativo della concorrenza, il tutto considerata anche l’assenza della Russia. Gli Stati Uniti hanno dominato la manifestazione e portato a casa 15 medaglie, le scuole asiatiche sono sempre decisamente competitive e in ogni gara si è registrato un numero impressionante di iscritti. Soprattutto nella spada, forse fra le gare più difficili da decifrare dell’intera kermesse.
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Alla fine il bilancio parla di 8 medaglie, di cui 2 d’oro, altrettanto d’argento e 4 di bronzo. Sugli scudi, in particolare il fioretto: fra le Cadette, Matilde Molinari si conferma stella brillante dopo una stagione da protagonista che l’ha vista vincere anche il titolo Europeo a Novi Sad. La padovana chiude con la medaglia di bronzo, così come il bronzo se lo porta a casa Matteo Iacomoni.
A squadre poi, sono arrivate due medaglie dal grande significato: l’oro al maschile ha suggellato nel migliore dei modi la stagione da protagonisti che Jacopo Bonato, Damiano Di Veroli, Giulio Lombardi e Tommaso Martini hanno vissuto. Due vittorie in Coppa del Mondo, quindi la doppietta Europeo e Mondiale a completare un percorso che era iniziato a fine 2021 con un quinto posto in Polonia.
L’argento di Giulia Amore, Irene Bertini, Carlotta Ferrari e Benedetta Pantanetti è un’altra storia tutta da raccontare. Che muove da una rinuncia forzata a un sogno agli Europei di Novi Sad e sublima in un secondo posto che vale oro, dietro solo alla corazzata Usa con cui le azzurre si giocano comunque fino in fondo le loro carte. Niente male per un quartetto costruito da zero e che ha avuto pochissime occasioni per poter trovare la giusta chimica prima di affrontare il Mondiale.
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Nella sciabola a brillare è la stella di Pietro Torre. Il livornese forgiato da Nicola Zanotti si prende un argento nella prova individuale e guida i compagni (Edoardo Cantini, Giorgio Marciano e Lorenzo Ottaviani) in un’entusiasmante cavalcata culminata nell’oro a squadre. E a squadre festeggiano anche le ragazze, che strappano con le unghie e con i denti una medaglia di bronzo prestigiosa che alla fine lascia anche un pizzico di rammarico su quello che sarebbe potuto essere senza la partenza difficile contro l’Ungheria.
La spada forse rappresenta la piccola delusione di questo Mondiale. Brilla il bronzo di Fabio Mastromarino nella prova individuale Cadetti, stride però quello 0 nella categoria Giovani, dove tanto nelle gare individuali quanto in quelle a squadre gli azzurri non sono mai riusciti a essere veramente protagonisti nella lotta per le medaglie. Un peccato, perché soprattutto al maschile i risultati della stagione di Coppa del Mondo e il grande talento individuale dei quattro ragazzi sembravano premessa per poter ambire a qualche medaglia.
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Foto Bizzi