Breve storia dei Mondiali di scherma in Italia

Breve storia dei Mondiali di scherma in Italia

Da quando i “Campionati Internazionali” sono diventato nel 1937 “Campionati Mondiali”, l’Italia ha ospitato per cinque volte la massima rassegna schermistica. Dodici anni dopo Catania 2011, tocca a Milano scrivere un nuovo capitolo.

 

Due volte Roma, due volte Torino, quindi Catania e, fra poco più di due settimane, la grande prima volta di Milano. Dodici anni dopo Catania nel 2011, l’Italia si appresta nuovamente ad ospitare un campionato Mondiale di scherma. Dodici anni in cui lo sport delle pedane è cambiato profondamente, diventando un Gioco via via sempre più globale e con tanti nuovi protagonisti entrati prepotentemente a recitare il ruolo di vertice delle varie discipline. Milano come Catania porta d’accesso principale per i Giochi Olimpici: antipasto ricco di una delle Olimpiadi più trionfali di sempre per l’Italia la rassegna etnea, tutta da scrivere ancora la storia di quella meneghina con la speranza che per i colori azzurri il copione possa ripetersi e diventare trampolino di lancio vero Parigi 2024.

Ma se quella che sarà la sesta rassegna iridata in terra italiana da quando, nel 1937, ha assunto ufficialmente la denominazione di “Campionati Mondiali” mutuandola dalla precedente di “Campionati Internazionali”, ha ancora da emettere i suoi responsi (CLICCA QUI PER LA GUIDA COMPLETA ALL’EVENTO), nelle precedenti cinque tanto è stato raccontato.

Roma 1955, che sfide fra Italia e Ungheria!

Sulle pedane dell’Eur a tenere banco è la sfida fra i padroni di casa e i fortissimi Ungheresi. Per l’Italia è un vero e proprio dominio nella spada maschile. Giorgio Anglesio vince la medaglia d’oro, l’argento e il bronzo se lo prendono rispettivamente Franco Bertinetti e Carlo Pavesi. A loro si uniranno nella prova a squadre Giuseppe Delfino, il leggendario Edoardo Mangiarotti e Alberto Pellegrino e il risultato ovviamente non potrà che essere la medaglia d’oro. Il terzo e ultimo titolo vinto dagli Azzurri è quello a squadre del fioretto maschile, grazie alle firme di Giancarlo Bergamini, Luigi Carpaneda, Manlio Di Rosa, Vittorio Lucarelli, Edoardo Mangiarotti e Antonio Spallino. L’Ungheria, dal canto suo, risponde monopolizzando la sciabola maschile – dove svetta il bronzo individuale di Renzo Nostini – e vincendo il titolo nel fioretto maschile grazie a Jozsef Gyuricza, in grado di battere in finale niente meno che Christian D’Oriola. Doppio oro magiaro anche nelle uniche due gare femminili disputate, quelle di fioretto.

Un assalto di sciabola durante i Mondiali di Roma 1955 – Foto: Archivio Luce

Torino 1961: per l’Italia è notte fonda

Gli ultimi fuochi di Roma 1960 lasciano spazio all’era più buia della scherma italiana. A Torino, nell’anno in cui il capoluogo piemontese è al centro del Mondo ospitando l’Expo Universale, la delegazione azzurra rimedia un impietoso 0 alla voce medaglie conquistate. Un vero e proprio disastro, capitato come se non bastasse nell’anniversario numero 100 dell’Unità Nazionale. Sulla scena schermistica, intanto, comincia sempre di più a soffiare il vento dell’Est Europa. Se l’Italia crolla, la Francia riesce a prendersi giusto il titolo nella spada maschile individuale grazie a Jacques Guittet mentre anche l’Ungheria deve fare i conti con le aggressive scuole di Unione Sovietica e Polonia. La geografia del Gioco stava cominciando pian piano a mutare e nulla sarebbe stato più come prima.

Roma 1982, la morte scende in pedana

A funestare l’edizione del 1982 è il tragico incidente occorso al fiorettista ucraino (anche se allora gareggiava per l’Unione Sovietica), Vladimir Smirnov. Durante il match a squadre contro la Germania dell’Ovest, il ventottenne di Rubizne viene mortalmente trafitto all’altezza dell’occhio destro dalla lama dell’arma di Matthias Behr che dopo essersi spezzata trapassò la maschera di Smirnov di fatto uccidendolo sul colpo sebbene la morte venne ufficialmente dichiarata nove giorni dopo. Un evento drammatico, che però fu autentico spartiacque spingendo la Federazione Internazionale a una decisa stretta di vite in tema sicurezza. Per l’Italia fu un’edizione caratterizzata da sei medaglie, fra cui l’oro conquistato dalla squadra di fioretto femminile grazie a Dorina Vaccaroni, Clara Mochi, Carola Cicconetti, Anna Rita Sparaciari e Margherita Zalaffi. A completare il medagliere, tre argenti e due bronzi.

Un intenso primo piano di Vladimir Smirnov – Foto: pikabu.ru

Torino 2006 cancella Torino 1961

Che anno il 2006 per Torino! A febbraio la grande festa dei Giochi Olimpici invernali, a settembre i Mondiali di scherma che tornano in Italia per la quarta volta. In casa Italia c’è grande voglia di scrivere ben altra storia rispetto al “fatal 1961” e infatti sulle pedane del Lingotto la delegazione azzurra raccoglie buoni dividendi. Il fioretto femminile individuale è affare per tre quarti azzurri: trionfa Margherita Granbassi su Valentina Vezzali, mentre Giovanna Trillini chiude al terzo posto in coabitazione con Aida Mohamed. A loro si sarebbe aggiunta Elisa Di Francisca per l’argento nella gara a squadre. L’argento se lo mette al collo anche Andrea Baldini nel fioretto maschile, con Stefano Barrera sul podio con lui ma terzo. Per i fiorettisti sarebbe arrivato anche il bronzo a squadre il quartetto composto dallo stesso Baldini assieme a Salvatore Sanzo, Simone Vanni e Andrea Cassarà. Fra le protagoniste di quel Mondiale, c’è però anche una giovanissima sciabolatrice statunitense, Rebecca Ward, capace quell’anno di mettere a segno un record che ancora oggi nessuno è riuscito a ripetere: laurearsi campionessa del Mondo Assoluta dopo aver vinto il titolo Cadette e quello Giovani il tutto nello stesso anno solare.

Catania 2011: Vale, Paolo, Aldo, Andrea e molto altro

Quella all’ombra dell’Etna è un’edizione cruciale dei Mondiali di scherma: in palio, oltre alle medaglie, ci sono i punti per la qualificazione ai Giochi di Londra e l’Italia punta a fare bottino pieno. E in effetti gli Azzurri fanno incetta di trofei: Valentina Vezzali suona la sua sesta sinfonia dopo aver battuto in finale Elisa Di Francisca (e aver regalato contro Corinne Maitrejean una rimonta da pelle d’oca passata alla storia), mentre l’Inno di Mameli risuona anche al termine di tutte e tre le prove individuali maschili. Un altro derby tutto azzurro regala ad Andrea Cassarà il titolo nel fioretto maschile con Valerio Aspromonte d’argento e Giorgio Avola di bronzo, la sciabola maschile consacra il talento purissimo di Aldo Montano e la spada racconta la favola di Paolo Pizzo. Profeta in patria dopo aver vinto la sua battaglia più importante contro il cancro qualche anno prima. Ma è anche l’edizione in cui a fare rumore sono vicende extra pedana e strettamente legate alla politica: nella prova di spada femminile, infatti, la tunisina Sarra Besbes si rifiuta di tirare il suo match di girone contro l’israeliana Noam Mills, restando inerme in pedana e subendo in pochi secondi le cinque stoccate necessarie a far terminare l’incontro. Una brutta pagina che purtroppo i fatti recenti in Ucraina hanno riportato tragicamente d’attualità.

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Foto Augusto Bizzi