Le parole del Presidente della FIS e membro del Comitato Esecutivo della FIE sulla squalifica a Olga Kharlan.
«Stamattina avevo sperato che ci fosse un incontro sportivo» ha detto Paolo Azzi sul cartellino nero assegnato alla sciabolatrice ucraina Olga Kharlan, «purtroppo c’è stata questa situazione per cui Smirnova alla fine dell’assalto ha porto la mano mentre Kharlan ha porto la sciabola, questo succede normalmente, capita. Il regolamento dice che alla fine del match gli atleti devono salutarsi con l’arma e stringersi la mano, il rifiuto di compiere uno di questi due gesti comporta la penalizzazione, di fronte al reclamo russo la direzione di torneo non ha potuto far altro che prendere il provvedimento. Non sono cose che rallegrano ma questa è la situazione. Mi dicono che ci sarebbe un controricorso dell’Ucraina non so su quali argomenti. Mi è arrivata anche una voce secondo la quale qualcuno avrebbe informato in modo non corretto in precedenza che il tocco delle sciabole, come il protocollo covid, potesse bastare, non è stato così, i russi hanno fatto reclamo. La direzione di torneo ha preso atto del reclamo russo anche se formalmente è stato l’arbitro a dare il cartellino».
«Una situazione spiacevole» ha proseguito Azzi, «pur rispettando la sofferenza dell’Ucraina per la guerra l’auspicio era che fosse un’occasione di incontro sportivo. Comunque i precedenti, la non partecipazione degli Ucraini a qualsiasi gara con la presenza di atleti russi, non facevano sperare bene».
Il presidente della Federazione Italiana ha aggiunto che quanto accaduto oggi pone un problema anche in vista delle Olimpiadi di Parigi: «spero che per allora sia cambiato qualcosa ma non per lo sport, spero proprio che finisca la guerra. Certo, la questione esiste. La regola del CIO è stata adottata e la Federazione Internazionale di scherma l’ha seguita seriamente. Tutti i migliori atleti della nazionale russa sono stati esclusi perché militari e dunque non neutrali».
Twitter: @Ariariasally
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Foto Alessandro Gennari, Pianeta Scherma