Olga Kharlan: «Essere in pedana è già un gesto di rispetto»

Le dichiarazioni dalla conferenza stampa organizzata dalla FIE con Olga Kharlan e Bruno Gares

 

Bruno Gares, presidente della FFE e membro del Comex della FIE, rapprensentante ufficiale dell’ufficio regole, annuncia che sarà permesso a Olga Kharlan di partecipare alla gara a squadre, decisione straordinaria presa dopo quello che definiscono un incident, accaduto il 27 luglio. Katsiadakis, il presidente della FIE, non presente alla conferenza stampa, ha rilasciato una dichiarazione letta da Serge Timacheff, rappresentante della stampa della FIE: «Abbiamo discusso e ci siamo incontrati con Kharlan, con consulto del CIO, abbiamo preso una decisione in accordo con lo spirito olimpico e con la sensibilità verso gli atleti ucraini».

Olga Kharlan esprime gratitudine per la FIE e prosegue: «Poter competere è la cosa più importante per un’atleta. È importante per me personalmente, per la mia famiglia e per il mio Paese. Grazie per aver cambiato la decisione».

Gares afferma che il Comex ha deciso di modificare la regola che impone agli atleti di stringersi la mano al termine dell’assalto permettendo il saluto con il tocco delle lame. E prosegue: «Questo è uno sport di fraternità, salutare è un costume che abbiamo perché noi schermitori abbiamo valori. La modifica sarà effettiva da domani». Alla domanda dei giornalisti presenti, Gares dice che la procedura che ha assegnato il cartellino nero «era corretta, ma il cartellino nero è provvisorio, l’ufficio esecutivo è potuto tornare sulla decisione».

Gares afferma inoltre che «la FIE e il COMEX lavorano tutto il giorno per l’interesse generale degli schermitori, non bisogna confondere le regole con il lavoro della FIE che permette agli atleti di arrivare ai Giochi. La situazione del mondo è complessa, e quindi le regole devono evolvere, tutti lavorano mano nella mano perseguendo la fraternità».

Kharlan ha poi commentato la lettera ricevuta dal presidente del CIO Thomas Bach: «Questo pomeriggio ho ricevuto la lettera e la mia reazione è stata di pianto, non ci potevo credere, ho pianto molto, avevo la mia squadra accanto e anche loro hanno pianto, così come la mia famiglia». A chi le chiede se la modifica del regolamento che prevede di non dover più stringere la mano all’avversaria sia una cosa positiva Kharlan risponde: «Io penso che la guerra non sia un bene in generale, quello che accade in seguito sono conseguenze. Penso sia meglio non stringere la mano finché la guerra va avanti, essere in pedana contro un’atleta indipendente è già un gesto di rispetto».

Gares ha concluso dicendo che «il presidente della FIE e il Comex sono sensibili ai valori che lo sport veicola, questo è uno sport storico con dei valori. Kharlan fa parte di questo sport e rappresenta questi valori. Lo sport deve essere al di sopra della politica».

Twitter: @Ariariasally

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Foto Alessandro Gennari, Pianeta Scherma