Dimenticare Milano per prendersi Parigi: la corsa delle sciabolatrici Azzurre riparte da Algeri

Sciabola femminile, Algeri snodo cruciale per l'Italia verso Parigi

L’Italia della sciabola femminile prova ad Algeri a lasciarsi alle spalle la delusione del Mondiale di Milano e rilancia la caccia a Parigi. Torna in pedana Irene Vecchi.

 

Le facce tristi, il morale sotto i tacchi, la voglia di parlare ridotta pressoché allo zero, a essere presente soltanto quella di dimenticare quanto più in fretta possibile una gara disgraziata per ripartire ancora più cariche con l’avvio della nuova stagione. Difficilmente, alla vigilia dell’attesissimo Mondiale di Milano, si poteva immaginare che sarebbe stato questo l’umore di Michela Battiston, Martina Criscio, Rossella Gregorio e Chiara Mormile al termine della prova a squadre iridata di sciabola femminile. Una gara approcciata con grandi ambizioni e aspettative figlie di una stagione di Coppa del Mondo vissuta da protagoniste (tre piazzamenti sul podio su cinque gare disputate alla voce dividendi pagati)  e di un Europeo chiuso alle spalle soltanto della favorita Francia, peraltro dopo aver dato filo da torcere alle transalpine fino all’ultima frazione. Come sia andata a finire è storia ben nota, con annessi corollari di bruciante delusione -amplificata dall’aver bucato proprio la gara più importante e più sentita perché disputata in casa – e rallentamento del cammino verso la qualificazione Olimpica, che tuttavia non è affatto compromessa.

Vero, aver trovato subito sulla propria strada l’Ucraina di una Olga Kharlan desiderosa di scaricare in pedana tensioni e frustrazioni accumulate nelle surreali ore e giornate successive al convulso finale di assalto contro Anna Smirnova nella prova individuale, non ha certo giovato alla causa Azzurra. Ma è una piccola attenuante per una giornata nel complesso negativa. A preoccupare, soprattutto, è stato il modo in cui è maturato lo stop contro la ragazze di coach Terenzi, con le quattro italiane che non sono state in grado non solo di trovare una chiave per arginare la quattro volte campionessa del Mondo ma anche e soprattutto di scavare contro le altre tiratrici – sulla carta meno forti – il gap decisivo per portare a casa l’accesso alla fase cruciale della gara.

Anzi, alla fine la pedana ha emesso un pesante 45-33 a favore proprio dell’Ucraina. Un risultato che permesso alle gialloblu di accedere al tabellone principale delle migliori otto spingendosi poi fino al quarto posto, mentre  ha spedito l’Italia nel gironcino dei piazzamenti da cui ne è uscita con una vittoria sulla Cina per 45-38, un’altra al fotofinish sulla Bulgaria (45-44) e una sconfitta abbastanza netta con la Germania (45-35). Bilancio finale: decima piazza, tanto amaro in bocca e tantissimi punti lasciati quando c’era la possibilità, con una buona gara, di mettere una buona ipoteca sul biglietto per Parigi.

Nella delusione, però, un barlume di positività c’è: il cammino vero l’Olimpiade, malgrado il passo falso sulle pedane meneghine, non ha però subito eccessive complicazioni. La presenza degli Stati Uniti fra le prime quattro della classifica race e la contemporanea assenza di un’altra squadra della zona Panamericana all’interno della Top16, infatti, garantisce alle ragazze di Nicola Zanotti uno slot libero. E anche qualora l’Ucraina, al momento miglior Europea, scavalcasse gli Usa al quarto posto sarebbe proprio l’Italia a “ereditare” lo status di qualificata nel Vecchi Continente proprio da Kharlan e compagne. Poco di cui preoccuparsi, quindi, al momento per le Azzurre. Fare bene ad Algeri, dove l’anno scorso Martina Criscio portò le compagne a una sola stoccata dal successo andato alla solita Francia, però avrebbe una doppia valenza: da una parte significherebbe mettersi ancora più al sicuro da possibili sorprese da qui ad aprile, dall’altra lasciarsi alle spalle definitivamente la giornata balorda di Milano e ritornare ai risultati che meglio si confanno al quartetto italiano.

Per la prima stagionale Nicola Zanotti riparte dalla confermatissima formazione con Michela Battiston, Martina Criscio – che si è ottimamente calata nel delicato ruolo di chiusura di ogni assalto, rivelandosi spesso decisiva come dimostrato dalla rimonta capolavoro ai danni di Anna Bashta agli ultimi Europei di Cracovia a salvare le azzurre da una potenziale sanguinosa eliminazione ai quarti di finale – Rossella Gregorio e Chiara Mormile. Alle porte della squadra bussano poi Eloisa Passaro, dimostratasi elemento affidabile quando chiamata in causa, e la rientrante full time Irene Vecchi, in missione Parigi dopo la maternità. Due carte in più da giocare per il ct, concorrenza interna che può essere ulteriore stimolo per le ragazze al momento titolari.

Dieci giorni ancora e poi si comincia, con la prova a squadre di domenica 12 novembre appuntamento clou ma senza dimenticare la prova individuale. Quella che un anno fa, giorno più giorno meno, regalò a Michela Battiston primo podio in carriera e a Lucia Martin Portugues una vittoria che ha riportato una spagnola sul gradino più alto del podio a venticinque anni di distanza dall’ultima volta. Ma ora è arrivato il momento di scrivere, sulle pedane di Algeri, una Storia tutta nuova. Per tornare in alto, ma soprattutto per mettere via altri punti fondamentali per essere al Grand Palais il prossimo 3 agosto, quando in palio ci saranno le medaglie Olimpiche nella prova a squadre di sciabola femminile.

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Foto Bizzi