Caso Obry, parlano Borel, Cannone e Bardenet: «Siamo entrati in una spirale infernale»

Parigi 2024: la Francia esclude Bardenet dalla selezione olimpica

La versione di Alexandre Bardenet, Yannick Borel e Romain Cannone sul caos interno alla spada maschile francese che ha portato alle dimissioni di Obry. Le parole dei tre spadisti in una lunga intervista esclusiva concessa all’Equipe.

 

Milano, 29 luglio 2023. La Francia, iridata in carica nella prova a squadre di spada maschile, subisce una durissima lezione da parte dell’Italia nella finale e chiude la gara con la medaglia d’argento. Ma quella giornata e quel Mondiale sono però cruciali sotto un altro aspetto, perché è proprio fra le pedane del MiCo che inizia a divampare l’incendio destinato a trascinare nel caos una delle punte di diamante della scherma transalpina. Un processo culminato lo scorso 29 febbraio con le dimissioni del responsabile d’arma Hugues Obry. Il condottiero che nel 2016 aveva guidato gli spadisti all’oro a squadre a Rio prima di fare armi e bagagli direzione Cina, esautorato dai suoi stessi atleti, chiude così nel peggiore dei modi il proprio ritorno al timone della corazzata francese inaugurato peraltro nel migliore dei modi con i due ori vinti al Cairo con Romain Cannone e con la squadra. Ma cosa ha portato al deterioramento irreversibile dei rapporti fino al muro contro muro?

A raccontare la loro versione dei fatti sono stati i diretti interessati, ovvero i “frondisti” Alexandre Bardenet, Yannick Borel e lo stesso Romain Cannone, che in una lunga intervista-confessione rilasciata all’Equipe hanno fatto chiarezza su quanto accaduto raccontando con dovizia di particolari le varie fasi dello scontro con l’ex ct. E, come detto in apertura, tutto è partito durante l’ultimo Mondiale. In particolare nella giornata del 28 luglio quando si disputa la prima parte della gara a squadre, quella destinata a formare il tabellone delle magnifiche 8 che il giorno successivo si sarebbero contese le medaglie. Una volta chiusa la pratica, Obry convoca tutto il gruppo per un meeting: «Più che un incontro, è stato un processo contro di me» racconta Yannick Borel «Hugues mi ha rimproverato per aver dato un consiglio a Bardenet durante il match contro il Canada (negli ottavi di finale, ndr), dicendomi “Quando fai questo, tu sei mio nemico”. Inoltre ha parlato del mio infortunio di inizio anno, quando mi sono rotto un piede prendendo a calci una porta. Mi ha accusato di aver abbandonato il gruppo e di non aver dato mie notizie. E poi ha parlato di una mia toccata e fuga di una settimana a Guadalupa e di altre cose mie personali con mio padre. Cose private che gli avevo confidato e che sono venute fuori così nel bel mezzo di un Campionato del Mondo».

Una vera e propria resa dei conti in pubblica piazza che ha messo non poco in imbarazzo anche gli altri componenti della squadra, come testimoniato da Alexandre Bardenet: «Il tono si alza sempre di più e diverse Nazioni ci guardano ogni volta che gridiamo. Accade sotto gli occhi di tutti!». Non meglio va nel post gara: quando gli spadisti tornano nel loro box dopo essere stati battuti dall’Italia, osservano Obry e Grumier che si stanno allontanando dal palazzetto senza accompagnare i ragazzi sul podio: «Abbiamo fatto il podio da soli» annota ancora Borel «nei fatti si vince insieme ma non si perde insieme».

.I volti tirati e delusi degli spadisti francesi (da sinistra a destra: Alexandre Bardenet, Gaetan Billa, Yannick Borel, Romain Cannone) sul podio dei Mondiali di Milano 2023 – Foto: Augusto Bizzi

La pausa per le vacanze estive in vista del rush finale della qualifica Olimpica e – soprattutto – la preparazione ai Giochi stessi dove gli spadisti sono attesi alla medaglia d’oro, non riesce però a rimettere le cose in ordine. Anzi, se possibile proprio all’inizio della stagione le cose precipitano sempre di più. Fra i tre campioni e il CT è ormai guerra aperta. Durante la prima riunione all’INSEP tenutasi in settembre, i fatti di Milano tornano nuovamente sul tavolo di discussione, sebbene nessuno dei tre tiratori intendesse più affrontare l’argomento: «Volevamo che si rendesse conto che aveva esagerato e che ci meritavamo delle scuse. E così gli abbiamo detto che così non si poteva continuare. Lui ha chiuso il suo computer e ha detto: “Lo avete deciso voi, arrivederci!”. E se n’è andato. Lì abbiamo capito subito che ci sarebbero state grosse conseguenze».

Da quel momento in poi, le cose sarebbero infatti irreversibilmente precipitate, malgrado il tentativo di compromesso che permetteva ai tre atleti di poter divedere gli allenamenti fra i propri club di appartenenza e l’Insep. Una sorta di “tregua armata” che pure sembrava dare i suoi frutti. A Berna, nella prima stagionale di Coppa del Mondo, la Francia si prende la sua piccola rivincita sull’Italia centrando il successo finale, e nelle successive tappe fra Vancouver e Doha a inizio 2024 l’equilibrio raggiunto fra le parti, per quanto precario è sembrato reggere. Per poco, però. In febbraio, alla vigilia della tappa di Coppa del Mondo di Heidenheim, Obry viene messo nuovamente in congedo malattia. Al suo rientro viene convocata una nuova riunione a cui si presentano però soltanto gli atleti, quindi la notizia delle dimissioni e della successiva sostituzione nel ruolo di responsabile della spada maschile di Francia con Gauthier Grumier, Olimpionico a Rio 2016 e suo assistente.

Scherma - Il ranking individuale di spada femminile prima di Barcellona

Prima del ritorno alla guida della spada maschile francese, Hugues Obry è stato per un quadriennio responsabile della spada in Cina portando al titolo Olimpico individuale Sun Yiwen nella prova individuale femminile – Foto: Augusto Bizzi

Tuttavia, malgrado non sia più responsabile dell’arma, Hugues Obry continua a essere nei quadri dell’Insep continuando di fatto il proprio lavoro, in special modo con i più giovani. Sempre secondo quanto ricostruito dall’Equipe in un altro articolo a firma di Louis Boulay, il gruppo della spada sarebbe quindi nettamente frazionato in due gruppi: da una parte il terzetto dissidente con il suo peso specifico in fatto di medaglie e titoli in totale rotta con lo staff – gli stessi Bardenet, Borel e Cannone non hanno infatti presenziato alla riunione indetta da Grumier al momento del suo insediamento per presentare il proprio progetto tecnico -; dall’altra un gruppo di atleti, fra cui il vincitore di Vancouver Luidgi Midleton in piena corsa per un posto alle Olimpiadi, che desiderano continuare a lavorare con Hugues Obry. Un dilemma che il Direttore Tecnico Nazionale Yves Robin è chiamato a sciogliere quanto prima per non intossicare ancora di più una situazione di per sé già lontana anni luce da quella che dovrebbe essere l’ideale per affrontare un appuntamento delicato come quello dei Giochi Olimpici in casa.

Dal canto loro, invece, i tre campioni hanno le idee ben chiare: in queste condizioni non si può andare avanti.  «Siamo relegati a delle semplici opzioni» attacca Yannick Borel «il tutto malgrado siamo visti come potenziali vincitori di medaglie Olimpiche. Ho l’impressione di sentirmi come quelle mail spam che finiscono nel cestino della posta indesiderata». «In queste condizioni è impossibile proseguire» gli fa eco Alexandre Bardenet «Abbiamo solo doveri, nessun diritto. Ci impongono tutto». Quindi la chiosa di Romain Cannone: «Stiamo andando dritti contro un muro. Non possiamo continuare così, con Obry ancora nel progetto Olimpico e un Direttore Tecnico Nazionale che appoggia la sua causa». Prima di concludere con un corale: «Non avevamo altra scelta».

Il prossimo fine settimana si volta in Georgia per una nuova tappa di Coppa del Mondo. Chiusa da tempo la pratica per qualificare la squadra, ora resta da capire chi salirà sulle pedane del Grand Palais per le due gare che valgono l’intera stagione e non solo. Tbilisi, il Grand Prix di Cali e il Challenge Monal di maggio saranno gli snodi decisivi per la selezione interna, dopodiché il primo classificato si qualifica di diritto mentre gli altri tre (i due partecipanti alla prova individuale e la riserva per la prova a squadre) saranno scelti a discrezione del Comitato di Selezione. In casa Francia si preannunciano giorni davvero infuocati.

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Foto Luca Pagliaricci/Bizzi Team