I big della scherma russa brillano alle Spartachiadi

Scherma - Gli atleti russi in gara come neutrali agli Europei di Plovdiv

Le gare della competizione panrussa, “resuscitata” dopo la fine dell’era sovietica ha messo in luce il buono stato di forma dei big della scherma russa. Un ritorno al passato in attesa di capire quale sarà il futuro dalle parti di Mosca. 

 

Gare spettacolari e combattute, con i grandi nomi  sugli scudi. Sparita dai radar internazionali dallo scorso Marzo, la Russia ripesca a piene mani dal proprio retaggio sovietico e riporta in auge le Spartachiadi per regalare ai propri campioni l’atmosfera della competizione. Un ritorno al passato in risposta a un futuro che è ancora incerto e che non può prescindere da quanto sta avvenendo sullo scacchiere politico: finché non si troverà una soluzione al conflitto in Ucraina, difficile se non impossibile ipotizzare un reinclusione degli atleti russi nelle gare internazionali.

E allora ecco l’idea di resuscitare quella manifestazione nata nel lontano 1928 come risposta proletaria alle Olimpiadi, giudicate oltrecortina come retaggio borghese, e andata avanti seppur con sostanziali modifiche rispetto all’idea originaria fino al 1991, anno del collasso del blocco sovietico. Una vera e propria Olimpiade panrussa, che ha messo di fronte i migliori atleti di tutte le discipline, scherma inclusa.

E sulle pedane di Mosca c’è stata grande lotta, con tutti i big a contendersi la vittoria in competizioni – andate in scena a Mosca dal 22 al 27 agosto – che, a detta degli addetti ai lavori, non hanno avuto nulla da invidiare alle grandi manifestazioni internazionali: «Per noi queste “Spartachiadi” sono state organizzate a livello di una gara di Coppa del Mondo» ha dichiarato il presidente della Federazione Russa di scherma Ilgar Mamedov in un’intervista concessa all’agenzia stampa TASS «e queste non sono parole mie ma rispecchiano l’opinione di atleti ed allenatori». Sulla stessa lunghezza d’onda sono state le parole di una gloria della scherma sovietica, Galina Gorokhova: «Gli atleti hanno messo in mostra una scherma di alto livello, lottando duramente. Quasi tutti i più forti sono entrati in semifinale o in finale».

Risultati alla mano, difficile dare torto a Gorokhova: la sciabola femminile si è risolta con la sfida fra le ultime due campionesse Olimpiche, con Yana Egorian a spuntarla su Sofya Podzniakova. Nella spada hanno brillato Violetta Kolobova e Sergey Bida, mentre Kiril Borodachev si è preso il fioretto maschile. Al femminile vittoria per Leyla Pirieva, in una competizione segnata dall’assenza per infortunio di Inna Gracheva (Deriglazova), ai box dopo l’intervento al ginocchio subito lo scorso luglio. La campionessa di Kurchatov, ad ogni modo, ha pian piano ripreso ad allenarsi e conta di essere il prima possibile in pedana.

Resta sempre sospesa, però, la questione su quali saranno le pedane su cui i russi si esibiranno da qui a un futuro che al momento non sembra avere una determinazione. A novembre scatta una nuova stagione di Coppa del Mondo, da aprile il via al percorso di qualificazione Olimpica verso Parigi 2024. Al momento pensare che la Russia possa essere della partita e che il ban internazionale imposto a seguito dell’attacco in Ucraina dello scorso 24 febbraio decada in tempi brevi è pressoché impossibile. Ma questa è un’altra storia.

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Foto Augusto Bizzi