Dieci cose di Milano 2023 che non dimenticheremo mai

Tbilisi e Hong Kong ospiteranno i Mondiali di scherma 2025 e 2026

Una grande festa, un successo sportivo, organizzativo, mediatico e di pubblico. Il Mondiale Milanese è stato bellissimo. Ecco cosa ci portiamo dietro.

 

Il Mondiale di Scherma di Milano 2023 è andato in archivio da meno di 24 ore rivelandosi un grande successo organizzativo, mediatico, di pubblico e tecnico. Una rassegna memorabile per l’Italia, che l’ha ospitata e dominata vincendo il medagliare con 10 medaglie complessive, quattro delle quali d’oro. Sarà un Mondiale che non dimenticheremo e di cui, in particolar modo, serberemo il ricordo per alcuni momenti e ragioni. Abbiamo provato a raccoglierne 10, eccoli.

Il sorriso di Arianna Errigo

Ci era mancata in quest’anno senza gare. Ci era mancato ancora di più il suo sorriso, la sua spensieratezza, la sua felicità in pedana. Arianna Errigo è tornata a Milano nella migliore versione di sé stessa, quella di Budapest 2013 e Kazan 2014, e non parliamo solo di risultati che – bisogna ammetterlo – raramente sono mancati. No, parliamo di atteggiamento, di quella sensazione di godersi davvero la scherma che ha dato mentre tirava, della serenità che ha offerto nei momenti di relax, dispensando sorrisi tra un assalto e l’altro e nelle giornate di riposo. Questa è l’Arianna che vogliamo vedere a Parigi.

La stoccata con cui abbiamo capito che Alice Volpi avrebbe vinto il Mondiale

Dopo 5 anni Alice Volpi è tornata campionessa del mondo individuale e, perdonateci se sembriamo presuntuosi, che le cose sarebbero potute andare così lo avevamo iniziato a capire ai sedicesimi di finale, nel momento più difficile della gara di Alice. L’Azzurra ha sofferto non poco contro l’americana Lauren Scruggs, arrivando a decidersi tutto in una sola stoccata. Ed è quella che ci ha fatto capire che giornata fosse. Dopo aver subito il 14-14, Alice si è rimessa a centro pedana ed è partita secca sull’a voi dell’arbitro, ha scaricato un primo affondo a vuoto ma, anziché rialzarsi e tornare indietro per difendersi, ha ripreso l’attacco, inseguendo l’avversaria in fuga e piazzando l’allungo decisivo sul suo giubbino elettrico prima del grande urlo liberatorio. Pura cattiveria agonistica.

Il caso Kharlan-Smirnova

Una mancata stretta di mano, un rifiuto offerto con la lama nella convinzione (corroborata da rassicurazioni decisamente importanti) di poterlo fare, un sit-in sulla pedana di oltre 40 minuti e un cartellino nero. Sono gli ingredienti del caso internazionale che ha caratterizzato la sesta giornata (terza con assegnazione di medaglie) del Mondiale. I fatti sono noti e li trovate qui: da una parte Olga Kharlan, ucraina, dall’altra Anna Smirnova, che gareggia come indipendente ma è russa. Un caso che va oltre lo sport, che riguarda una terribile guerra d’invasione e i sentimenti di una atleta con la testa al suo Paese martoriato. Dopo il nero, poi, è arrivata una pezza, con la riammissione di Kharlan alla gara a squadre che l’Ucraina ha chiuso al quarto posto. E l’offerta di una wild card per Parigi alla stessa atleta ucraina.

Tutto quello che Rossella Fiamingo ha fatto prima di chiudere la finale contro la Polonia

C’è una cosa che non vogliamo dimenticare e che ci preme ricordare ai tifosi che commentano sui social e hanno preso di mira Rossella Fiamingo con dei messaggi che non vale la pena commentare. Ci limitiamo semplicemente a dire che prima del passaggio a vuoto nella frazione di chiusura della finale per il titolo mondiale della spada femminile a squadre contro la Polonia, Rossella ha fatto un ottimo Mondiale inserito in una eccellente carriera. A una stoccata dal podio individuale, protagonista in positivo nella semifinale contro la Svizzera a squadre, Rossella è un’atleta straordinaria, un patrimonio della scherma e dello sport italiano, una che sa come si chiude un match a squadre. È inciampata, capita, e potete scommetterci che è la prima a starci male. Insultarla non è una reazione da tifoso, è una reazione meschina.

La stoccata d’oro di Szilagyi nella sciabola maschile a squadre

Pur dominando il Mondiale, l’Italia ha concesso qualcosa agli avversari. E da una delle poche finali senza italiani ci portiamo dietro il ricordo di una stoccata sensazionale, tra le più belle e incredibili mai viste, quella del 45-42 con cui l’Ungheria ha conquistato il titolo mondiale della sciabola maschile a squadre battendo la Corea del Sud. A piazzarla, ovviamente, Aron Szilagyi. Come? Scappando all’indietro per sciogliere misura, frenando in sgommata a un alluce dalla fine della pedana e scaricando il contrattacco vincente dopo aver mandato a vuoto il fendente di Oh… Commentando coi colleghi in tempo reale, qualcuno mi ha detto: “Non si diventa campioni olimpici tre volte per caso”. Già…

L’abbraccio di Damiano e Davide Di Veroli dopo l’oro della spada maschile

È stato anche il Mondiale di Davide Di Veroli, argento individuale e oro a squadre nella spada maschile. Il secondo dei quali vissuto chiudendo la finale dominata per 45-32 contro la Francia e riportando in Italia un titolo iridato che mancava dal 1993. L’immagine più bella, però, è arrivata pochi momenti dopo quella stoccata, con Damiano, il fratello più giovane, fiorettista di talento totale di cui il grande pubblico sentirà parlare molto presto, che invade la pedana per abbracciare Davide. Un abbraccio lungo, intenso, sentito, commovente. Tra due ragazzi che sono il presente e il futuro a lungo termine della scherma azzurra.

Il +30 di Andrea Santarelli nella gara a squadre

Restiamo sulla spada per raccontare l’impresa di Andrea Santarelli. Lo avevamo visto aggirarsi per cinque giorni tra le pedane del MiCo, a sostenere i compagni impegnati nell’individuale, lui che l’individuale non l’ha fatta. Il solito volto disteso che conosciamo, la solita cordialità e gentilezza, ma sotto quella superficie si scaldava una belva. Quando è arrivato il suo momento, con la gara a squadre, Andrea ha tirato fuori la prova migliore della sua carriera: +30 di saldo stoccate dai sedicesimi alla finale, nemmeno un parziale perso, un capolavoro autentico (+12) per trascinare la squadra nei quarti contro la Repubblica Ceca. Chapeau.

La chiusura di Francesca Palumbo contro la Francia

La giornata di sabato 29 luglio, la penultima di gare, è stata quella del doppio oro. Oltre agli spadisti, a laurearsi campionesse del mondo sono state le fiorettiste. Alice Volpi, Arianna Errigo, Martina Favaretto e Francesca Palumbo. Ecco, di quella finale ci porteremo nel cuore per sempre la chiusura di quest’ultima, chiamata a sigillare il match in un momento complicato, in pedana al posto di Arianna Errigo, costretta a vincere la paura e superare il fresco precedente non brillantissimo nella semifinale col Giappone. Sangue di ghiaccio, per Francesca, coraggio e capacità di assumersi responsabilità importanti per il ct Cerioni. Fun fact: contro il Giappone Alice Volpi si era fatta male e Francesca Palumbo era stata chiamata a chiudere al posto suo. Per evitare il rischio di un altro cambio in chiusura, Cerioni aveva cambiato il giro delle atlete azzurre per la finale, spostando Arianna Errigo in chiusura. Ma proprio Arianna, sfiancata da un rientro alle gare decisamente impegnativo dopo la maternità, aveva preso un parziale negativo al penultimo giro. Così Cerioni ha deciso: avanti di una sola stoccata ha parlato all’arbitro: entra Palumbo, esce Errigo. Una sostituzione d’oro.

Il duetto can’oro di Alice Volpi e Tommaso Marini

No, quell’apostrofo non è un refuso, ora ve lo spieghiamo. Qualche giorno prima dell’inizio dei Mondiali, Tommaso Marini e Alice Volpi si sono esibiti a Milano in un duetto sulle note di “Vivo per Lei”. A presentarli un altro collega fiorettista: Filippo Macchi. Il video propiziatorio è stato condiviso poi su Instagram, dopo i rispettivi ori individuali di Alice e Tommaso, da Annalisa Coltorti. Ci piace citarla non solo perché ci ha regalato questa piccola gemma di ciò che succede dietro le quinte di un Mondiale, ma anche perché facendo il suo nome vogliamo rendere omaggio a tutti quei membri dello staff che rendono possibili risultati come quello di Milano 2023. Si parla troppo poco di loro, parliamo troppo poco di loro, e per questo chiediamo scusa.

Il pubblico di Milano 2023

Quarantamila persone, spalti sempre gremiti, un pubblico estremamente caloroso al quale purtroppo non siamo abituati. Lo hanno riconosciuto gli atleti, lo abbiamo notato anche noi. Milano 2023 è stato il Mondiale dei fortissimi schermidori e delle fortissimi schermitrici italiane ma è stato anche il Mondiale di tifosi appassionati, rispettosi e corretti. Anche nei momenti più tesi come nel principio di parapiglia tra i fiorettisti azzurri e quelli di Hong Kong.

Twitter: GabrieleLippi1

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Tutte le foto: Alessandro Gennari/Pianeta Scherma