Due ori, sei medaglie complessive e un podio completamente tinto d’azzurro. La giornata vissuta dalla scherma italiana a Plovdiv venerdì 16 giugno è destinata a entrare negli annali di questo sport.
Sono le 21 circa a Plovdiv quando cala il sipario sulla prima giornata di gare degli Europei individuali 2023. Dalle nove del mattino, alle nove di sera per dodici estenuanti ore di una maratona schermistica che prosciuga energie fisiche e nervose ma che regala all’Italia una di quelle pagine destinate a essere ricordate per sempre. Come quella vista mozzafiato che si apre agli occhi del camminatore esausto dopo una salita spezza gambe. C’è la Storia e tante storie che si intrecciano in questo 16 giugno memorabile per la scherma azzurra, dove piovono medaglie (6 in tutto) e record. Due ori, due argenti, altrettanti bronzi e l’incredibile exploit di un podio, quello della prova individuale di fioretto femminile, interamente tinto d’azzurro. Una cosa mai successa prima d’ora. Solo sfiorata nel 2014, quando a Strasburgo Elisa Di Francisca si impose su Martina Batini e Valentina Vezzali, con la “guastafeste” Yulia Biryukova che spense per due sole stoccate il sogno dell’en plein italiano fermando ai quarti di finale Arianna Errigo.
Storia e storie, dicevamo. Mai l’Italia aveva vinto così tante medaglie in una grande manifestazione internazionale in una sola giornata di gare. E una firma azzurra nella prova individuale di spada maschile agli Europei mancava da ben 42 anni, da quando cioè Angelo Mazzoni si impose a Foggia nel 1981. Ovvero nella primissima edizione della rassegna continentale. A fermare il tempo ci ha pensato Davide Di Veroli, il ragazzo con le stimmate del Campione, che la gara di ieri se la era segnata con il circoletto rosso per poter finalmente mettere in carniere quella vittoria accarezzata da vicino al Grand Prix di Cali e poi sfumata per una sola stoccata. L’inizio difficoltoso ai gironi, una gara in crescendo, il derby con il compagno di squadra Federico Vismara in una finale durante la quale ha dovuto fare i conti anche con i crampi, il lieto fine sul 15-14 dopo un assalto tiratissimo fra due ragazzi arrivati lì dopo una prova strepitosa.
L’altro volto sorridente di giornata è quello di Martina Batini. La pisana mancava agli Europei dal 2017, quando chiuse ai piedi del podio la gara di Tbilisi vinta poi da Arianna Errigo. Con una grande seconda parte di stagione si è presa il suo posto in squadra e con una grande gara si è costruita la scalata al gradino più alto del podio solo sfiorato nel per lei magico 2014, quando arrivò anche l’argento iridato a Kazan. Prima dopo la fase a gironi, avanti senza scossoni nel tabellone ad eliminazione diretta, approfittando anche del regalo infiocchettatole dalla spagnola di Frascati Maria Mariño, brava a togliere dai giochi un’avversaria pericolosa e molto in forma come la tedesca Anne Sauer.
Ma se Batini è la capolista della festa azzurra, gli elogi per la prova di ieri vanno equamente divisi fra tutte e quattro, A partire da una commovente Martina Favaretto, seconda dopo una gara generosissima in cui ha dovuto lottare oltre che con avversarie decisamente toste – fra cui la francese Thibus agli ottavi di finale, battuta per la seconda volta in due incroci stagionali – anche con un fisico che ha cominciato in coda di gara a chiedere il conto delle tante energie spese. Finché ha potuto, la noalese ha stretto i denti e lottato come una leonessa ma quando la spia si è spenta dopo una manche e mezza della finale, ha dovuto alzare bandiera bianca in lacrime a centro pedana. Il terzo gradino del podio se lo prendono Francesca Palumbo -freschissima campionessa italiana – che sembra essersi lasciata del tutto alle spalle il momento difficile incontrato nelle ultime uscite internazionali, e Alice Volpi che poco alla volta sta ritrovando la miglior forma.
Assieme agli atleti, gongolano i rispettivi ct. Stefano Cerioni si gode un’altra pagina di storia scritta dalle sue ragazze in una giornata che, con le dovute differenze e proporzioni, ha riportato indietro le lancette del tempo al triplete Olimpico di Londra 2012. Dario Chiadò coccola i suoi due campioni e guarda deciso a Cracovia per ripartire con decisione verso l’obiettivo qualifica Olimpica dopo il nono posto di Istanbul, dovrà potrà contare anche sulla voglia di riscatto di Valerio Cuomo e Gabriele Cimini. E all’orizzonte si stagliano sempre più nitidamente i Mondiali di Milano. Ci sarà da lottare, perché l’asticella si alza e con essa il livello della sfida. Ma la prima giornata degli Europei di Plovdiv ha detto che questa Italia è pronta per poter vivere altre giornate come il 16 giugno.
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Foto Luca Pagliaricci/Bizzi Team