Una grande prova corale permette al quartetto italiano di chiudere al terzo posto la prova a squadre di spada maschile dopo aver battuto la Francia nella finale per il bronzo. Titolo all’Ungheria che in finale batte la Svizzera.
Si sono sgolati, sostenuti, tirando tutti uniti verso l’obiettivo: riscattare il parziale passo falso di Istanbul relegandolo a semplice incidente di percorso fisiologico in un’arma complessa come la spada maschile e far vedere il vero valore di una squadra che, malgrado le difficoltà di tanti acciacchi, infortuni e rimescolamenti durante la stagione ha mezzi tecnici per stare ai piani altissimi della classifica di Cracovia e portare a casa un buon bottino di punti per rilanciarsi nella corsa al posto per Parigi 2024. Missione compiuta per gli spadisti azzurri campioni Europei in carica, che alla fine chiudono con una preziosa medaglia di bronzo e fanno trasparire anche qualche momento di rammarico per una gara che avrebbe potuto (e a pieno titolo) regalare qualcosa di più.
Una grande prova corale quella messa in pedana da Davide Di Veroli, Andrea Santarelli e Federico Vismara, con Gabriele Cimini che, malgrado non sia stato impiegato in azione da ct Chiadò, non ha mai fatto mancare il suo apporto dall’angolo azzurro. Caricando i compagni quando c’era da spingere, sostenendoli nei momenti di difficoltà. Nella valutazione della gara di oggi, quindi, difficile trovare un migliore perché la squadra azzurra si è mossa come un unico blocco compatto per surfare lungo un canale che ha messo sulla loro via dapprima il Belgio (facile vittoria per 45-16) quindi l’Ucraina e l’Ungheria in semifinale, in una curiosa analogia con il percorso delle azzurre nella giornata di ieri. E proprio come le ragazze 24 ore prima, la selezione magiara si rivela indigesta per i colori azzurri. La svolta, nell’ultima parte di un match sin lì senza un vero padrone: l’Ungheria – poi medaglia d’oro dopo aver piegato la Svizzera in finale – allunga quanto basta per mettersi al riparo dal tentativo di rimonta di Di Veroli e si prende il biglietto per la finalissima.
Per gli azzurri, invece c’è il match per il bronzo contro la Francia. L’ennesimo capitolo del grande classico della spada maschile è il solito assalto sul filo della più assoluto equilibrio. E se i transalpini provano a dettare il ritmo, gli azzurri restano alle calcagna senza mai mollare. Sino al guizzo di Di Veroli nell’ultima frazione per il gioco, partita e incontro che vale una medaglia di bronzo preziosissima per approcciare nel migliore dei modi l’appuntamento con il Mondiale casalingo.
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Foto Augusto Bizzi