I criteri di qualifica Olimpica della scherma sono iniqui? Un post di Despina Georgiadou riaccende il dibattito

Despina Georgiadou si scaglia contro i criteri di qualifica Olimpica

La sciabolatrice greca Despina Georgiadou con un post sui social rilancia la polemica sui criteri di qualificazione della scherma alle Olimpiadi. Solidarietà da tanti colleghi.

 

Medaglia d’argento ai Mondiali di Milano, seconda tiratrice europea nella classifica di qualifica Olimpica, quinta al Mondo. Eppure, tutto questo non è bastato a Despina Georgiadou per assicurarsi un posto ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024. Mancata la qualificazione a squadre con la Grecia, per la sciabolatrice di base a Orleans – dove si allena con Christian Bauer – è stata preclusa anche quella individuale dal momento che per il regolamento non si può qualificare più di un’atleta per Nazione e uno slot era stato già preso dalla connazionale Theodora Gkountoura.

E così, dopo essersi presa tutto il tempo necessario  per provare a metabolizzare la delusione, Despina Georgiadou ha affidato ai social il proprio stato d’animo con un lungo sfogo. «Durante le ultime due settimane» ha scritto la greca «ho pensato e ripensato a come annunciare che non mi sono qualificata alle Olimpiadi. In parte perché sto ancora cercando di metabolizzarlo, realizzarlo e spiegarlo a me stessa. Non ha alcun senso essere: medaglia d’argento ai Mondiali di Milano 2023 (cosa che in molti sport è sufficiente per qualificarsi); quinta nel ranking mondiale; seconda nel ranking di qualificazione europeo; quinta nel ranking di qualificazione a livello mondiale e comunque non poter andare ai Giochi soltanto perché una mia compagna di squadra è anche lei fra le migliori al Mondo».

Quindi il vero e proprio attacco frontale ai criteri di qualificazione: «Quello che mi sembra del tutto privo di logica» continua Georgiadou «è che gran parte degli atleti in gara individualmente alle Olimpiadi si qualifica a squadre, mentre a livello individuale gli schermidori hanno pochissime possibilità di qualificarsi. E dal momento che per i 2 pass concessi individualmente ai tiratori Europei siamo arrivate prima e seconda una mia compagna di Nazionale e io, è proibito che i due atleti qualificati siano dello stesso Paese».

Uno sfogo, quello di Despina Georgiadou, che solleva ancora una volta il dibattito sull’equità dei criteri di qualificazione alle Olimpiadi, tema peraltro comune a molti sport. Se da una parte infatti il CIO ha la necessità di garantire quel criterio di universalità simboleggiato dai Cinque Cerchi Olimpici, dall’altro il rischio è che si finisca di scontentare chi, risultati alla mano, ha tutti i diritti e le carte in regola per giocarsi le proprie chance nella gara che per tanti atleti vale un’intera carriera. E pur essendo pienamente condivisibile il principio di universalità e inclusività portata avanti dal Comitato Olimpico internazionale, dall’altra parte è difficile per non dire impossibile non solidarizzare con la sciabolatrice greca.

Tantissimi, infatti, sono stati i messaggi di appoggio arrivati a Georgiadou da parte di molti colleghe e colleghi. A partire da chi, da questa regola, ne ha tratto giovamento ovvero Lucia Martin Portugues (che, beninteso, non ha per nulla demeritato dal momento che nel corso della finestra qualificativa ha centrato fra gli altri risultati una vittoria e un secondo posto ma che è comunque arrivata dietro alla greca), che nei commenti ha mandato un virtuale abbraccio alla greca. Segnale, oltre che di grande sportività e signorilità da parte della spagnola, del fatto che queste regole non piacciono a nessuno. E mentre c’è chi, come Marta Puda, prova a lanciare alla FIE l’idea di concedere una wild card alla Georgiadou, resta la necessità di trovare al più presto una soluzione che possa evitare in futuro il ripetersi di questa situazione

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Foto Augusto Bizzi