Italia, il bilancio della prima parte di stagione

Un bilancio di prima parte di stagione azzurra. Sugli scudi il fioretto, luci e ombre da sciabola e spada.

 

Rio è sempre più visibile all’orizzonte, i giochi in alcuni casi sono fatti in altri riprenderanno con l’anno nuovo. Ma ora è il momento di fermarsi e godersi le meritate vacanze: pedane e sale d’armi spengono momentaneamente le luci per riaggiornarsi a gennaio, quando a metà mese ripartirà la stagione di Coppa del Mondo. Tempo di bilanci e di riepiloghi, in casa Italia, per una prima parte di annata che ha visto ancora una volta i colori azzurri fra i protagonisti in tutte le armi. Torna a dettare legge il fioretto femminile, mentre quello maschile mantiene alti livelli di competitività all’interno di gare che sono vere e proprie camminate in un giungla ricca di insidie e di avversari fortissimi. Buone notizie anche da sciabola spada, sebben alle molte luci si affianchi anche qualche ombra. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio e arma per arma, questa prima tranche di stagione olimpica.

Fioretto femminile

volpi

A negare la lode alle ragazze di Cipressa, solo la stratosferica Ysaora Thibus di Cancun, quella capace di battere  – in ordine di apparizione sul suo cammino – la campionessa del Mondo Inna Deriglazova, la campionessa Olimpica in carica Elisa Di Francisca e, da ultimo, Alice Volpi rimontando un parziale di 0-8.  Ma al netto della grande giornata della francese, il resto è stato un monologo azzurro. A partire dal fatto che assieme alla Thibus, sul podio c’erano Volpi, Di Francisca e Batini. La successiva tappa di Saint Maur ha poi sancito il definitivo ritorno di Arianna Errigo. Non che la monzese se ne fosse mai andata, ma una serie di problemi virali ne avevano minato fisico e certezze, fino a farle temere di perdere il treno per Rio, poi artigliato matematicamente a Torino, a braccetto con Elisa Di Francisca. Gara dai mille contenuti quella piemontese, che ha visto deflagrare prepotente il talento di Alice Volpi nel giorno in cui Valentina Vezzali dava addio definitivamente al sogno della sesta olimpiade. Ottima anche la stagione a squadre: Andrea Cipressa studia già il futuro Dream Team, innesta Alice Volpi e Chiara Cini accanto ad Arianna Errigo e Martina Batini e i risultati sono subito devastanti. Due vittorie, due pugni da ko inferti alla Russia. E la certezza che anche il Dream Team 2.0 può fare faville.

Fioretto maschile

nista

Un solo podio per l’Italia in queste prime tre gare, quello di Lorenzo Nista a Torino. Un risultato che però soppesato alla luce di molti fattori: innanzitutto i problemi che hanno rallentato Andrea Cassarà, costretto a rinunciare tanto all’esordio in America quanto alla prova di Torino. In mezzo, però, il quinto posto di Tokyo, battuto solo dall’epicondilite che lo ha fortemente condizionato nell’assalto valido per l’accesso al podio. Un secondo fattore di cui tenere debito conto è l’altissimo livello di competitività che c’è nel circuito maschile, con almeno 20/25 atleti che hanno tutte le carte in regola per recitare la parte dei protagonisti della lotta al vertice e un numero altrettanto elevato di pericolose “mine vaganti” che rendono ogni gara difficile fin dal primissimo turno. Terzo punto, la presenza costante di uno o più atleti nel novero degli otto finalisti: Giorgio Avola a San Josè e Torino, Daniele Garozzo, Andrea Cassarà e Andrea Baldini a Tokyo, Tommaso Lari a Torino, oltre al già citato podio di Lorenzo Nista.

Sciabola femminile

gulotta

Si aggrappa a Rossella Gregorio – per lei un podio a Caracas dove fu terza – e Loreta Gulotta il movimento della sciabola femminile. Sono lor due, al momento, le migliori interpreti a livello individuale di un movimento che sembra fare fatica in questo tipo di gare. Irene Vecchi si è vista a sprazzi (miglior risultato, gli ottavi di finale a Boston con tanto rammarico per la rimonta subita da parte della francese Balzer), ma la livornese è sicuramente atleta da risultati migliori, lei che nel 2013 era stato doppio bronzo Europeo e Mondiale. Ferma per recupero post operatorio alla schiena Ilaria Bianco, Sirovoch ha intanto riabbracciato Lucrezia Sinigaglia, uscita dal lungo calvario di infortuni. A squadre due quarti posti: è mancato il podio, ma sono stati posti importanti mattoncini in ottica Rio.

Sciabola maschile

aldo montano

Il ruggito di Aldo Montano a Boston ha dato la scossa a una stagione che ha visto gli sciabolatori azzurri arrancare un po’. Entra nel vivo la lotta per i due posti olimpici, demandata in toto alle gare individuali: un discorso che ormai sembra essere ridotto ai soli Montano, Curatoli e Occhiuzzi, con il più giovane dei napoletani al momento in vantaggio sul più esperto concittadino, che farà di tutto nelle prossime gare per strappare il diritto di difendere e – perchè no – migliorare l’argento di Londra. Fuori dai giochi tanto Luigi Samele quanto Enrico Berrè. Due piazzamenti ai piedi del podio anche per il nuovo quartetto studiato da Sirovich, con la novità Alberto Pellegrini e il ritorno di Luigi Samele accanto ad Enrico Berrè e Luca Curatoli: come per il fioretto femminile, anche per la sciabola maschile il tempo degli esperimenti per il post Rio è già cominciato.

Spada femminile

spada femminile squadra

Partiamo dalla squadra, perché è indubbiamente l’aspetto più preoccupante legato alla spada femminile. Il trend neagtivo inaugurato con il mondiale di Mosca, è purtroppo proseguito anche a Lwgnano e Nachino e,a ttualmente, le ragazze di Cuomo sarebbero fuori dalla corsa ai posti per Rio. Barcellona e Buenos Aires diventano allora crocevia fondamentali per i destini delle ragazze di Sandro Cuomo. A livello individuale spicca da una parte il capolavoro di Mara Navarria a Doha, dall’altra il momento no di Rossella Fiamingo, che ancora non è riuscita a dimostrare il suo vero valore.

Spada maschile

enry garozzo

Dal quarto posto di Mosca in poi è iniziato un climax ascendente di risultati per il quartetto azzurro che, nel giro di tre gare, li ha condotti dal baratro al paradiso di una qualificazione olimpica quasi conquistata. Terzi a Berna, secondo posto a Tallinn dopo aver fatto sudare la Francia, la sensazione che l’ultimo, piccolo, passo per raggiungere il vertice sia alla portata di Marco Fichera, Enrico Garozzo, Paolo Pizzo e Andrea Santarelli. A livello individuale, Enrico Garozzo è la garanzia, Lorenzo Buzzi la bella novità: la sua gara a Doha, durante la quale ha estromesso in rapida successione proprio Garozzo e poi Paolo Pizzo prima di fermarsi ai piedi del podio, è sta un capolavoro di maturità e testa.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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