Parola d’ordine: imprevedibilità! Le azzurre lanciano la sfida al trono nella gara individuale di sciabola femminile

Sciabola femminile, la preview della prova individuale di Milano

Pronostico incertissimo per la prova individuale ai prossimi Mondiali di Milano. L’Italia, protagonista nella stagione di Coppa del Mondo, si gioca le sue chance per le medaglie.

 

Sarà rivoluzione o restaurazione? Ce lo eravamo chiesti alla vigilia della nuova stagione di Coppa del Mondo di sciabola femminile con un circuito che, fuori causa per vicende extra sportive, le campionesse della Russia si era trovato di punto in bianco senza vere padrone o potenziali tali. Nove mesi e altrettante gare dopo fra Coppa del Mondo, Grand Prix e Campionati Zonali ancora un responso definitivo non è arrivato e tutto è demandato alla sfida del prossimo 27 luglio con in palio le medaglie iridate. In mezzo, qualche protagonista che si è persa per strada non riuscendo a confermarsi sui livelli della stagione precedente (Anna Bashta) e altre invece, come Sara Balzer, sembra essere esplosa definitivamente. Ma il cammino da Algeri a Milano, ha raccontato anche di un’Italia protagonista della lotta per i quartieri alti.

Michela Battiston – regolarmente al suo posto a Milano dopo aver saltato le gare di Cracovia causa caviglia in disordine – e Chiara Mormile sono riuscite a mettere a referto i primi podi in carriera, Martina Criscio è tornata alla vittoria nella spettacolare cornice di Orleans e si presa un bel bronzo agli Europei, Rossella Gregorio malgrado qualche alto e basso ha saputo piazzare la zampata giusta nella gara di Sint Niklaas. Tutte premesse perché le quattro azzurre possano dire la loro nella royal rumble della lotta alla medaglie. E se la già citata Balzer, che nelle ultime gare sta tenendo un ritmo à la Bazadze scandito da due vittorie e altrettanti secondi posti in quattro uscite, potrebbe convincere più di un addetto ai lavori a spendere un penny su di lei, la lista delle pretendenti alla corona iridata è lunga e ben variegata. Al netto dell’assenza di Olga Kharlan, che causa presenza in entry list delle russe Lisina e Smirnova sarà in azione assieme alle compagne soltanto nella prova a squadre.

Ci saranno e pure con grandi ambizioni le altre big. A partire da Manon Brunet, l’anno scorso fuori dalla lotta iridata causa infortunio e ora rinvigorita da un titolo Europeo, luce in fondo al tunnel di una stagione vissuta dalla lionese fra alti e bassi. Gli occhi sul jackpot li ha messi anche il duo greco Despina GeorgiadouTheodora Gkountoura, reduci da una stagione di alto livello, mentre dall’altra parte del globo non è da perdere di vista Misaki Emura. L’iridata in carica, pur senza acuti (leggasi vittorie) è sempre stata “sul pezzo” per tutta la stagione: tre podi, tre piazzamenti fra le prime 8, altrettanti alle soglie della “finale a otto”. La nipponica sbarca a Milano con il rango di numero 1 del ranking Mondiale ben appuntato sul petto e l’obiettivo di difendere la propria corona.

Attorno al già folto gruppo delle papabili, ruota poi una altrettanto discreta pattuglia di potenziali mine vaganti che, se in giornata, possono scombinare i piani delle big. Lucia Martin Portugues – che nel vernissage di Algeri ha regalato alla Spagna della scherma al femminile un successo che mancava da un quarto di secolo esatto – o Sugar Battai, vittoriosa allo sprint su Olga Kharlan ad Atene sono due esempi di atlete appartenenti alla categoria. E infine, una suggestione. Difficile, ma affascinante e che riporta a Torino 2006: allora a imporsi fu una diciassettenne americana, Rebecca Ward che dopo aver vinto il titolo fra le Cadette e fra le Giovani, centrò un incredibile tris. E se diciassette anni dopo fosse Magda Skarbonkiewicz – di poco fuori quota per bissare il titolo Cadetti dello scorso anno ma oro nella gara Giovani – a ripercorrerne la strada?

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Foto: Alessandro Gennari/Pianeta Scherma