Le vittorie di Fujairah e Cracovia fanno delle francesi le favorite per il titolo nella spada femminile a squadre, ma la lotta è aperta con tante candidate fra Europa e Asia. E l’Italia, a uno snodo cruciale nel cammino verso Parigi 2024, prepara lo sgambetto.
Rewind di qualche giorno, più precisamente allo scorso 29 giugno. Negli occhi e nella voce di Rossella Fiamingo, la prima a commentare in zona mista la medaglia di bronzo appena vinta dalle azzurre nella prova a squadre di spada femminile agli Europei di Cracovia, c’è tutta la certezza della forza di un gruppo conscio della propria forza e della compattezza. “Stamattina ero proprio convinta che saremmo arrivate in finale e avremmo battuto la Francia” aveva infatti dichiarato la due volte campionessa del Mondo, subito sostenuta da Mara Navarria che aveva immediatamente dato appuntamento a Milano. Una vera e propria dichiarazione di intenti, prontamente sottoscritta anche da Federica Isola e Alberta Santuccio, le altre due componenti di un quartetto che dopo aver vinto il bronzo alle Olimpiadi e l’argento agli ultimi Mondiali del Cairo, punta al bersaglio grosso sulle pedane di casa.
Francia avvisata, dunque. Difficile d’altro canto non individuare nel quartetto composto da Marie Florence Candassamy, Alexandra Louis Marie, Auriane Mallo e Coraline Vitalis le naturali favorite per la conquista della medaglia d’oro. Quattro vittorie in stagione di cui le ultime tre di fila, il titolo Europeo strappato all’ultima stoccata all’Ungheria con tanto di rimonta finale, una squadra solida che sembra aver davvero pochi punti deboli a cui le avversarie possono provare ad aggrapparsi per fare breccia nel ben munito fortino francese. Le stesse magiare, runner up a Cracovia, hanno provato a sorprendere le transalpine con una partenza arrembante e full gas, ma poco alla volta sono state riassorbite fino alla parità imposta quando il cronometro stava pericolosamente scandendo la fine del countdown verso lo 0 della nona e decisiva frazione e poi beffate allo sprint della priorità. Un po’ come quei ciclisti che tentano l’attacco dalla lunga distanza per sorprendere le corazzate dei velocisti salvo venire riassorbiti e battuti quando il traguardo è ormai questione di pochi metri.
Ma chi sono le più autorevoli pretendenti al trono? Detto in apertura delle Azzurre vicecampionesse in carica, in caccia si mettono anche Corea del Sud, iridata lo scorso anno al Cairo, la Cina della ritrovata Sun Yiwen, rientrata a tempo pieno nel circuito dopo lo stop per sistemare alcuni guai fisici; mentre nel vecchio Continente qualche insidia può arrivare dall’Estonia – regolata però con autorevolezza dall’Italia agli ultimi Europei – e dall’Ungheria, soprattutto se il quartetto capitanato da Anna Kun sarà nel medesimo mood di due settimane fa alla Tauron Arena.
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Foto Augusto Bizzi