Sul bel Danubio blu

Secondo giro di valzer per le spadiste, che dall’esotica e futuristica Doha si spostano nello storica e severa Budapest per la nuova sfida di questa stagione. Si riparte dalla vittoria dell’elvetica Tiffany Geroudet, dallo show di Ana Branza nella prova squadre e, per l’Italia, da un’altra grande prova di Rossella Fiamingo, fermatasi a un passo dal podio dopo la sconfitta ai quarti contro tedesca Monika Sozanska. La formula di gara è quella del Grand Prix, con punteggio maggiorato e assenza della prova a squadre, che invece tornerà regolarmente già nel prossimo week-end a Lipsia.

Le azzurre sono chiamate a un immediato riscatto dopo le precoci eliminazioni in terra qatariota. Con la già citata eccezione di Rossella Fiamingo, infatti,  tutte le altre sette ragazze che erano riuscite ad approdare al tabellone principale hanno fatto poca strada, complice soprattutto accoppiamenti sfortunati fin dai primissimi assalti. Al punto che già in quattro erano state eliminate al primo turno: a Bianca Del Carretto è stato fatale il derby contro Mara Navarria,  mentre Eugenia Falqui, Sara Carpegna, Francesca Boscarelli si sono imbattute rispettivamente in Tiffany Geroudet, Anna Sivkova e nella Campionessa Olimpica Yana Shemyakina.
Non meglio è andata alle tre ragazze che lo scoglio dei 64 lo hanno superato, ma la cui corsa è terminata al turno successivo, dove anche qui gli accoppiamenti non sono stati fra i migliori: Camilla Batini , eliminata dalla Kuusk, la stessa Mara Navarria, seconda azzurra a incappare sul cammino di gloria della Geroudet, e Francesca Quondamcarlo, sconfitta dalla magiara Emese Szasz. La voglia di rivalsa come ulteriore benzina nel motore per affrontare al meglio la gara in riva al Danubio. Rossella Fiamingo darà invece l’ennesimo assalto a quel podio che sul più bello svanisce: la siciliana, che fa della costanza di rendimento il suo marchio di fabbrica, non è mai sembrata ossessionata dal discorso medaglie, cercando sempre di migliorarsi di gara in gara. In questo modo il podio, le medaglie e, perchè no, anche la vittoria potrànno essere solo una naturale conseguenza.

Fra le favorite straniere, c’è grande attesa per Emese Szasz: gioca in casa ed è l’atleta di punta della squadra magiara, che a Doha ha comunque piazzato sul terzo gradino del podio Julia Revesz. Come sempre accade nella spada, la lotta per i posti sul podio sarà ferocissima e vede numerose pretendenti: solo per fare qualche nome si potrebbero citare Ana Branza, Anna Sivkova, la tedesca Sozanska, la coreana Shin, l’oro di Londra Yana Shemyakina, la stessa Geroudet la campionessa del mondo Julia Beljajeva. La spadista il cui cognome  pare uno scioglilingua, torna nella città che l’ha consacrata Campionessa del Mondo fra la sorpresa generale: il secondo posto di Doha è stata una prima conferma del fatto che, in quella magica giornata di agosto, Julia è stata sì la protagonista che non ti aspetti, ma non una meteora destinata ad esaurirsi nel breve giro di posta. La speranza però è che in mezzo a tutti questi nomi stranieri, a svettare possa essere un’azzurra.

Il programma di gara vede il sabato consacrato interamente alla fase di qualificazione con gironi e tabelloni preliminari (si inizia alle 10). Domenica invece si disputerà la fase finale, con i primi assalti programmati per le 8: tutti gli assalti si svolgeranno presso la Angyalföldi Láng Sport Hall, con l’eccezione delle semifinali e della finalisisma che invece avrà luogo in una cornice decisamente insolita per una gara di scherma, ovvero il centro commerciale Westend Shopping Mall, main sponsor della gara. Davvero una bella trovata per avvicinare sempre più gente alla scherma, in un paese dove questo sport – e la pazzesca cornice di pubblico dei mondiali lo ha testimoniato – è seguitissimo. Sempre e comunque, non solo ogni quattro anni…

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Le azzurre per Budapest

Sono otto le atlete convocate dal ct Sandro Cuomo per la seconda prova della Coppa del Mondo di spada donne, che a partire da domani si svolgerà sulle pedane di Budapest. Assieme a Rossella Fiamingo, esentata dalle qualificazioni in virtù del suo ottavo posto nel ranking FIE , saranno impegnate in Ungheria Camilla Batini, Brenda Briasco, Bianca Del Carretto, Marta Ferrari, Mara Navarria, Francesca Quondamcarlo e Alberta Santuccio. Tutte loro saranno quindi già in pedana domani a partire dalle 10 per provare l’ingresso nel tabellone principale.

«Siamo in credito e qui a Budapest dobbiamo fare di più. Dopo la prova di Doha abbiamo il compito di riscattarci e di giungere, finalmente, sul podio. Credo che le ragazze siano ben consapevoli dei loro mezzi e questo è già un primo passo importante»: queste le parole della vigilia del Commissario Tecnico, rilasciate al sito federale. A completare la delegazione azzurra, i maestri Roberto Cirlillo e Daniele Pantoni.

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Fotografia di Alessandro Gennari per Pianeta Scherma
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In Svezia a tutta spada

La scherma giovanile si da appuntamento a Goteborg per un intenso fine settimana a tutta spada: sono 717 gli schermidori in rappresentanza di 41 paesi che si troveranno sulle pedane della città più calda di Svezia in occasione dell’edizione 2014 del Vigor Challenge, riservato alle categoria Cadetti (circuito europeo) e Under 20 (Coppa del Mondo. Quattro le prove in calendario fra sabato e domenica nell’ampia Lundbystrands Sporthall: due gare del circuito Cadetti – Under 17 della Confederazione Europea che vede al via 148 cadette e 162 cadetti in pedana e due gare valide per la Coppa del Mondo Under 20. Anche qui è foltissima la partecipazione, con 188 ragazze e ben 220 ragazzi pronti a sfidarsi.

Ventiquattro gli atleti italiani che saranno impegnati nelle gare riservate agli under 20, equamente divisi fra ragazze e ragazzi. Nella prova femminile saranno impegnate Nicol Foietta, Francesca Forno, Luisa Tesserin, Sara De Alti, Eleonora De Marchi, Roberta Marzani, Roberta Nesti,  Agnese Lucifora, Rachele Caprari, Fiorenza Vitelli, Caterina Panattoni e  Marta Zapparato. Mentre  i dodici spadisti che rappresenteranno l’Italia nella prova maschile sono Alberto Candida De Matteo, Claudio Ferrari, Davide Amodio Maisto, Enrico Bergamini, Riccardo Barionovi, Alberto Leone, Giacomo Scalzo, Gabriele Cimini, Gianmarco Andreana, Davide Comito e  Simone Scarsi.

Dodici in vece gli azzurri impegnati nelal gara cadetti: tre ragazze (Enrica Greco, Eleonora De Marchi e Giulia Vitale) e nove ragazzi: Matteo Pontieri, Umberto Favretto, Valerio Cuomo, Marco Balzano, Alessandro Salvitti, Federico Giuseppe Esposito, Filippo Sirianni, Gennaro Maria Vitelli e Alessio Preziosi.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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Ricordando Guido Malacarne

Con dolore ho appreso della dipartita di Guido Malacarne, un gentiluomo, uno schermidore, un grande innamorato del nostro sport.
Proprio al recente Congresso del Centenario della FIE, a novembre a Parigi, molti amici da tutto il mondo mi hanno chiesto quali fossero le condizioni di salute di Guido Malacarne; ma ormai da una decina d’anni aveva venduto l’appartamento a Milano e si era davvero ritirato nel suo regione di nascita, il Trentino.

Molti sono i ricordi personali che mi legano a lui, ma in questa sede voglio ricordare il clamoroso caso del pentatleta sovietico, eravamo  nel 1976 ai Giochi Olimpici di Montreal, con la spada truccata. Si trattava di un forte atleta ucraino, Boris Onishchenko, che godeva dei favori dei pronostici perché era considerato uno dei più abili schermidori dell’Unione Sovietica. Io ho ascoltato diverse volte il racconto proprio da Guido Malacarne: Boris Onishchenko vinse il primo match, ad una stoccata, contro il britannico Adrian Parker. Ma l’andamento dell’incontro non aveva convinto la squadra inglese e il capo delegazione, Jim Fox, che aveva segnalato e chiamato Guido Malacarne nella Direzione di Torneo di questi Giochi Olimpici di Montreal. Il secondo match, che si svolse questa volta sotto gli occhi attenti dello stesso Malacarne, vedeva impegnati Fox e Onishchenko: fu un assalto brevissimo,  con il sovietico che ancora una volta piazzò la stoccata decisiva. Ma la misura era davvero eccessiva, da passo avanti e affondo, non da semplice affondo: mancavano almeno quindici centimetri tra la punta della spada e il bersaglio. Subito Guido Malacarne, fermando l’arbitro che stava chiudendo il match e assegnando la stoccata, salì in pedana e confiscò la spada dell’ucraino. Fu così che venne svelato il trucco: all’interno della coccia, sotto il cuscinetto vi era un rudimentale, piccolo ma efficace “pulsantino” . Il circuito elettrico si chiudeva premendolo, e veniva accesa la lampada; il giudice assegnava la stoccata e l’imbroglio era servito. Incredibile, pensando alla lealtà che da sempre è alla base del nostro sport.  Onishechenko venne squalificato, ma la squadra sovietica venne “salvata”: ricorrendo a una scusa molto utilizzata ai nostri giorni in ambito extra-sportivo, il bottoncino era stato messo dal tiratore ad insaputa della squadra, del capo delegazione e del tecnico delle armi.  Per il nostro Malacarne giusto qualche intervista e qualche grazie per aver smascherato l’imbroglio, ma nessuna medaglia o benemerenza: tuttavia da questo episodio, egli ci ha dato le prime linee guida per i controlli delle armi, che sino ad allora non venivano effettuati.

Guido Malacarne, con la grande generosità e disponibilità, è stato in tutti e cinque i continenti a spiegare le basi dell’arbitraggio moderno della scherma. Tutti noi gli dobbiamo qualcosa per quanto ha fatto per la diffusione della scherma nel mondo. In Lombardia frequentava le gare e le sedute del Comitato Regionale, ascoltando ma anche parlando di tutto ciò che stava accadendo nell’evoluzione della scherma mondiale.

Twitter: @Gianandrea11

Fotografia di Alessandro Gennari per Pianeta Scherma
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La riconferma non mi spaventa

Campionessa europea e mondiale a squadre, due podi a livello individuale in Coppa del Mondo e, sempre a livello individuale, un Mondiale ed un Europeo concluso a un soffio dal podio. E, soprattutto, un balzo in avanti nel ranking dalla casella 74 alla numero 7: questo, in estrema sintesi, è stato il 2013 di Carolina Erba. Bustocca trapiantata a Frascati, 28 anni, la passata stagione ha saputo ritagliarsi un ruolo di assoluta protagonista in seno al Dream Team dopo esserci entrata quasi in punta di piedi. La nuova stagione ormai alle porte, dove si comincerà anche a fare sul serio in ottica Rio 2016, la chiama alla riconferma ad alti livelli. Un cammino lungo otto tappe, prima delle sfide continentali a Starsburgo e soprattutto prima dei Mondiali di Kazan: prima fermata, Danzica.

Questo weekend  parte la nuova stagione di Coppa del Mondo anche per voi fiorettiste. Sei pronta?
Si finalmente ci siamo e, a dire il vero, non vedo l’ora. Mi sento pronta per affrontare questa gara e spero di fare bene. Penso di essere in una buona condizione ma questo lo vedremo in pedana: la prima tappa deve servirmi anche per capire meglio a che punto sono fisicamente.

La preparazione atletica è stata particolarmente pesante?
No in realtà no. Avendo così tanto tempo di stacco fra una stagione e l’altra anche la preparazione la si può curare meglio senza necessità di fare carichi particolarmente pesanti. Comunque vedremo a Danzica se potrò già raccogliere i frutti del mio lavoro.

In questa stagione sei attesa alla riconferma dopo gli ottimi risultati di quella scorsa: ti spaventa questa sfida?
No assolutamente. Anzi sono vogliosa di dimostrare che tutto ciò che ho ottenuto lo scorso anno è stato fortemente voluto e sudato. Il mio primo obiettivo quest’anno è proprio quello di riconfermarmi ad alti livelli

Alle Olimpiadi di Rio del 2016 non ci sarà la prova a squadre di fioretto femminile, dunque solo due atlete potranno qualificarsi, cosa ne pensi e come ti comporterai?
Si purtroppo ci sarà solo la gara individuale e solo in due potranno parteciparvi. Sicuramente la concorrenza sarà spietata, noi italiane poi siamo in tante di ottimo livello, e le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta. Io ce la metterò tutta, lotterò fino alla fine e se proprio non dovessi farcela l’importante è che comunque andranno le cose ne uscirò a testa alta.

Valentina Vezzali è pronta di nuovo a calcare le pedane: cosa può fare secondo te?
Valentina ha dichiarato apertamente di voler andare a Rio, e starà sicuramente lavorando molto per raggiungere il suo obiettivo. Certo, quest’anno dovrà ripartire dai gironi e non sarà semplice perché in queste fasi si possono sempre nascondere delle insidie. Ma stiamo parlando davvero di un osso duro: si sa, la Vezzali è la Vezzali, per lei non c’è nulla d’impossibile.

Quali sono i tuoi obiettivi per il 2014?
Come ho detto prima voglio innanzitutto riconfermarmi. Voglio fare bene in queste otto tappe di Coppa del Mondo e migliorarmi rispetto all’anno scorso e poi, chiaramente, non voglio fallire l’appuntamento degli Europei a Strasburgo ma  soprattutto il Mondiale a Kazan.

twitter: @Mary_Lamo

Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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Le azzurre per Danzica

Sono otto le fiorettiste partite per Danzica, da dove fra venerdì e sabato si disputerà la prima prova della Coppa del Mondo di fioretto femminile. A fare rotta verso la Polonia sono Martina Batini, Valentina Cipriani, Elisa Di Francisca, Benedetta Durando, Carolina Erba (leggi la sua intervista per Pianeta Scherma), Arianna Errigo, Valentina Vezzali, Alice Volpi. La gara, disputandosi con la formula del Grand Prix, non prevede una prova a squadre e mette in palio un gruzzolo di punti maggiorato rispetto alle normali prova dei Coppa del Mondo: si parte venerdì con la fase delle qualificazioni (da cui sono esentate Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e Carolina Erba), si chiude al sabato con il tabellone principale.

Il morale della truppa è alto, come già ci aveva anticipato Andrea Cipressa nell’intervista concessaci dopo Parigi, e come lo stesso ct ribadisce tramite il sito Federale: «Ho visto tutte le ragazze pronte ad iniziare la nuova stagione. Da Arianna Errigo ad Elisa Di Francisca, che dopo l’esperienza da ballerina sta tornando a prendere confidenza con la pedana, ma anche Valentina Vezzali, che ho visto in grande forma e pronta a ricominciare dopo l’anno di sosta per la gravidanza. Oltre a loro tre c’è tutto un gruppo straordinario che è ai nastri di partenza di una stagione importante, in cui, come sempre, partiamo coi favori dei pronostici e siamo chiamati a confermare le attese. Non è semplice ma queste sono atlete straordinarie!».

A completare la delegazione azzurra in terra polacca ci saranno, oltre ad Andrea Cipressa, il Maestro Fabio Galli e il fisioterapista Stefano Vandini.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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Una stoccata alla volta

Ha solo 22 anni, ma è già tra le grandi della spada mondiale. Rossella Fiamingo è una che va veloce, basta vederla partire in fléche per accorgersene. Nel 2008, quando era ancora cadetta, ha deciso che doveva andare alle Olimpiadi di Londra, e l’ha fatto, arrivando fino ai quarti di finale. Da due stagioni ormai (questa è la terza) frequenta con assiduità la top 10 del ranking mondiale. E il bello deve ancora arrivare.

La tua stagione è iniziata con una finale a otto a Doha. Un altro ottimo risultato a cui sei abituata. Qual è il segreto della tua continuità di rendimento?
È tutto dovuto alla costante voglia di migliorarmi, dopo ogni gara lavoro sulle sfumature. Questo mi aiuta a ridurre gli errori e migliorare.

Quanto ti pesa l’assenza del podio?
Subito dopo la sconfitta mi pesa, poi però ragiono sul fatto che ogni volta mi sento più sicura indipendentemente dal risultato. Questo mi fa crescere, il risultato arriverà. Non ho mai inseguito il podio, ma ho sempre cercato di mettere in atto tutti gli strumenti tecnici tattici e mentali per esprimermi al meglio e divertirmi tirando di scherma. Il podio spesso è solo la naturale conseguenza di ciò.

La scorsa stagione hai tirato praticamente tutto: Coppa del Mondo, prove nazionali, Europei, Mondiali, Giochi del Mediterraneo, War Combat Games. È stato un anno stancante più sotto il profilo fisico o quello psicologico?
È il profilo psicologico il più difficile da gestire. La mia scherma è riflessiva, per me la lucidità è fondamentale. Man mano che le gare si sommano questa viene a mancare. Farò qualche periodo in più di pausa per arrivare fresca alle gare di fine stagione, le più importanti. Credo sarà positivo il cambiamento nel calendario del prossimo anno nel quale le gare saranno meglio distribuite.

Molti tuoi conterranei hanno deciso di lasciare la Sicilia per fare il salto di qualità (Paolo Pizzo, Enrico Garozzo, Marco Fichera). Tu sei rimasta sull’isola. Come mai hai fatto questa scelta?
Ci sono tante componenti che mi tengono legata alla mia palestra: il metodo di allenamento, i miei compagni di sempre, l’atmosfera che si respira. Tutto ciò fa parte della mia quotidianità. Ho iniziato a fare scherma a sette anni e con il mio maestro ho intrapreso un percorso: l’ abbiamo costruito insieme gradino per gradino e ancora c’è tanto da fare. Il nostro obiettivo è comune: migliorarci, io come atleta e lui come maestro, e salire sempre più in alto.

Sei una classe ’91, ancora giovanissima, eppure da tre anni a questa parte sei costantemente tra le top 10 al mondo. Credi di essere maturata in anticipo rispetto agli standard della spada?
Sicuramente ho fatto presto, non è facile imporsi subito fra le prime. Ma dopo le Olimpiadi di Pechino mi sono fatta il conto, ero cadetta, e ho pensato: se mi voglio qualificare alle prossime olimpiadi devo darmi una mossa. Così ho anticipato i tempi.

La spada femminile ha una squadra molto forte, ma da qualche tempo vi mancano i risultati. Quale pensi sia il problema?
L’importante e continuare a credere nel nostro potenziale. Il contributo di ognuno e la fiducia reciproca sono essenziali per migliorare l’affiatamento. Abbiamo messo a fuoco i nostri punti deboli, e anche se dal risultato ancora non traspare, ci siamo quasi.

Il prossimo fine settimana tirate a Budapest. Cosa ti aspetti da quella gara?
Vorrei migliorare il mio nono posto dell’anno scorso, ma non mi aspetto nulla perché nulla è scontato. Vivrò la gara come faccio sempre: un passo alla volta, stoccata per stoccata. Questo è il mio metodo.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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