Spada femminile individuale: 5 spunti per la gara di Tokyo

Scherma - Europei Antalya, le gare di sabato 18 giugno

Le speranze azzurre, le insidie asiatiche, campionesse a caccia di rivincite e di imprese leggendarie. Cinque spunti della vigilia della gara di spada femminile individuale a Tokyo.

 

Tocca alla spada femminile individuale l’onore di inaugurare il programma della scherma ai Giochi Olimpici di Tokyo (QUI IL TABELLONE).  La gara, che si svolgerà in contemporanea alla sciabola maschile, è fra le più impronosticabili dell’intera manifestazione e senza una vera e propria favorita per la vittoria finale.

Tuttavia, proprio questa impronosticabilità rende la gara di spada femminile individuale estremamente interessante. Abbiamo provato a elencare cinque temi, cinque chiavi fra le tante che offre. In attesa che l’uscita dei tabelloni possa aiutare a dipanare qualche matassa.

  1. Chicca Isola può essere la sorpresa italiana – La vercellese è al suo esordio Olimpico. Talento e testa per emergere non le mancano di certo e su di lei non c’è eccelsa pressione. Il suo nome come possibile sorpresa in chiave azzurra circola molto anche fra gli addetti ai lavori. Il titolo italiano Assoluto vinto nel 2019 e il podio già messo a referto in Coppa del Mondo ancora da Under 20 sono la dimostrazione che la ventiduenne azzurra non ha certo problemi a dare del tu anche a campionesse più esperte e blasonate. Se riuscirà a tirare libera, può farci divertire…
  2. Mara e Rossella, missione rivincita – Chi per un motivo chi per l’altro Mara Navarria e Rossella Fiamingo sono a caccia della loro personale rivincita. Non c’era cinque anni fa la friulana, “vittima” della mancata qualificazione della squadra azzurra per la prova a squadre di Rio. E’ arrivata ad accarezzare la medaglia d’oro la siciliana, ma la zampata finale di Emese Szasz l’ha privata di un triplete da leggenda con il titolo Olimpico che sarebbe arrivato dopo due Mondiali di fila. Le speranze di medaglia dell’Italia passano anche dalla loro fame di rivincita.
  3. Ana Maria Branza e il tabù individuale – Strano il destino di Ana Maria Branza (ora Popescu): a squadre ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Europei, due Mondiali e il tanto agognato oro Olimpico, mettendo personalmente la firma sul trionfo di Rio. Eppure c’è ancora qualcosa che manca al suo palmares, ovvero l’acuto in una grande manifestazione a livello individuale, dove ha fatto incetta di argenti. Un oro Europeo nel 2013 è davvero poco per una campionessa del suo rango, che dopo una pausa post Olimpica nel 2016 si è rimessa in gioco obiettivo oro Olimpico.
  4. Pericolo Asiatico – Le coreana Choi Injeong e Kang Young Mi, la cinese Sun Yiwen (bronzo in carica), la hongkonghese Kong Man Wai. Le atlete asiatiche sono sempre avversarie temibili quando c’è aria di grande appuntamento ed è impossibile prescindere da loro quando si stila una lista di papabili medagliate.
  5. Violetta Kolobova come Valentina Vezzali? – Un ritorno alle gare lampo appena dopo la gravidanza. E con una vittoria nella gara domestica disputata lo scorso maggio. Per Violetta Kolobova è arrivato il momento di giocarsi le sue chances di medaglia alle Olimpiadi, provando a ripetere un’impresa che nel 2005 riuscì a Valentina Vezzali. La fuoriclasse jesina, infatti, si laureò campionessa del Mondo a Lipsia a soli quattro mesi dalla nascita del primogenito Pietro. Così come quattro mesi dopo la nascita del figlio, avvenuta lo scorso marzo, la Kolobova torna in pedana in un’Olimpiade. Riuscirà a eguagliare l’impresa della leggendaria fiorettista azzurra?

Twitter: agenna85

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Foto: Augusto Bizzi