L’Italia ha ancora una volta portato tutte e sei le squadre a qualificarsi per i Giochi Olimpici

Scherma - Il bilancio della prima parte di stagione in casa Italia

Come a Tokyo, anche a Parigi l’Italia avrà tutte e 6 le squadre in lizza ai Giochi Olimpici. Fra cammini entusiasmanti ed altri più sofferti. E tante carte per fare bene al Grand Palais.

 

Gli ultimi a mettere il timbro sul biglietto direzione Parigi sono stati gli sciabolatori sulle pedane di Budapest. La gioia meritata al termine di un cammino che è stato tutt’altro che agevole per i ragazzi di Nicola Zanotti. E la certificazione ufficiale che, come tre anni fa a Tokyo, anche la prossima estate a Parigi l’Italia sarà in gara in tutte e sei le prove a squadre e potrà avere il massimo contingente possibile per le gare individuali. Il primo obiettivo, quello posto come minimo all’alba del percorso verso il Grand Palais è stato dunque messo in ghiaccio. Non solo: fermo restando che a luglio sarà una storia a sé stante per l’unicità e il conseguente carico emotivo che un’Olimpiade porta a corollario, le indicazioni che i rispettivi ct hanno tratto dai loro atleti nel corso di questo anno di finestra qualificativa rendono lecito sognare in grande.

Ma come ha costruito l’Italia il suo percorso di qualificazione? Partiamo dal fioretto, seguendo un ordine rigorosamente alfabetico che pone il settore di responsabilità di Stefano Cerioni al primo posto della nostra analisi. Per le ragazze (Arianna Errigo, Martina Favaretto, Francesca Palumbo, Alice Volpi, ma non va dimenticata Martina Batini in quartetto fino al ritorno post parto proprio di Errigo) parlano i risultati: su sette gare valide per la road to Paris, sono arrivate tre vittorie – fra cui il doppio oro fra Europei e Mondiali – e quattro secondi posti. Se non perfette, poco ci manca. Se l’assenza della Russia resta elemento imprescindibile di cui è impossibile non tenere conto, resta una dimostrazione di forza senza pari. Non dissimile è stato il cammino del quartetto maschile (Alessio Foconi, Daniele Garozzo, Filippo Macchi, Tommaso Marini). Il quinto posto del Mondiale è forse l’unica stonata di un percorso per il resto entusiasmante. Più per il morale e per la mancata possibilità di festeggiare qualcosa di bello in casa che non per l’effettivo peso specifico del risultato in sé, dal momento che a controbilanciare perfettamente il tutto sono arrivate tre vittorie fra cui l’oro Europeo e due secondi posti.

Fioretto femminile: le 8 squadre qualificate a Parigi 2024

Le fiorettiste Azzurre esultano dopo una vittoria in una gara a squadre: una scena vista abbastanza spesso – Foto: Augusto Bizzi

H dovuto faticare un po’ di più la sciabola, ma sia il gruppo femminile che quello maschile hanno dimostrato unità e compattezza per uscire con la barra dritta anche dalle situazione di acque decisamente agitate. Sembrava tranquilla la navigazione della squadra femminile (Michela Battiston, Martina Criscio, Chiara Mormile, Irene Vecchi con la partecipazione di Rossella Gregorio ed Eloisa Passaro), con tanto di argento Europeo conquistato a Cracovia a rafforzare premesse e promesse di un sereno approdo alla meta. Poi però il mare si è agitato e le onde alte elevatesi fra Milano e Algeri hanno rischiato di far smarrire la rotta. Nel momento più difficile, però, ecco la svolta: il lungo lavoro in ritiro fra Tirrenia e New York per preparare al meglio il delicato trittico finale di gare e dividendi raccolti a piene mani. Secondo posto a Lima, quarto posto ad Atene, e un ottavo posto a Sint Niklaas che per una volta si può e si deve accogliere con un sorriso perché basta e avanza per coronare con la gioia più grande la lunga rincorsa al biglietto Olimpico. Hanno dovuto lottare a ogni gara i ragazzi, frenati da acciacchi e infortuni prima ancora che dagli avversari. L’esperienza di Luigi Samele e Luca Curatoli unita al talento dei giovani emergenti Michele Gallo e Pietro Torre. Ma anche la collaborazione di Matteo Neri, il cui sogno Olimpico si è bruscamente e drammaticamente interrotto a Torun nell’ennesimo dazio pagato dagli Azzurri alla sfiga, ed Enrico Berrè, alla ricerca della miglior forma post infortunio e il cui contributo è stato spesso decisivo.Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, malgrado l’ora vissuta sull’orlo del baratro prima della festa esplosa al momento della sconfitta in semifinale della Germania contro la Corea.

Sciabola maschile: il percorso dell'Italia verso Parigi 2024

Luca Curatoli piange abbracciato al Presidente della Federazione Italiana Scherma Paolo Azzi. Una delle immagini simbolo della giornata di Budapest che ha dato il via libera verso Parigi 2024 alla squadra di sciabola maschile. – Foto: Augusto Bizzi

Arriva a Parigi in pompa magna, infine, la spada. La vittoria di Nanchino a seguire immediatamente quella di Barcellona, sono le due firme in calce di una squadra, quella femminile, che per talento, titoli, profondità e ricchezza di soluzioni tattiche ha pochissime rivali. Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Giulia Rizzi – entrata in corsa in staffetta con Federica Isola – e Alberta Santuccio hanno sbagliato poco o nulla durante tutto il percorso verso Parigi. Argento Mondiale a Milano, bronzo Europeo a Cracovia, due quinti posti come peggior risultato. Numeri impressionanti a scandire una marcia irresistibile che ha portato l’Italia a chiudere la finestra qualificativa davanti a tutte. Non da meno hanno camminato i colleghi del settore maschile (Gabriele Cimini Davide Di Veroli, Andrea Santarelli, Federico Vismara, cui si è aggiunto nelle ultime gare Valerio Cuomo entrato al posto di Cimini fermato da un problema di salute). Il trionfo iridato di Milano da mettere là in bella vista sul bigliettino da visita, la presenza costante in zona podio (o comunque top 4) come ulteriore elemento corroborativo sulla candidatura a squadra favorita per il bottino pesante al Grand Palais.

Tempo al tempo però, non è questo tempo né sede per fare le carte a Cinque Cerchi. Luglio è allo stesso tempo lontano e vicino e c’è ancora del lavoro da fare. Nelle ultime tappe di avvicinamento a Parigi 2024 l’Italia deve consolidare (e dove necessario, migliorare) la propria posizione nei ranking internazionali per poter puntare a un tabellone il più possibile morbido da cui impostare la scalata alle medaglie Olimpiche. Curare al minimo ogni dettaglio per poter poi raccogliere ricco macinato la prossima estate. Nell’attesa, in alto i calici per brindare alla riuscita della prima parte dell’operazione Olimpiadi.

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Foto Augusto Bizzi